Facebook, Instagram, TikTok, la stretta sui social: legge come in Francia. «Divieto fino a 13 anni» `

Calenda, leader di Azione, annuncia una proposta la prossima settimana. L'ex ministro: «Dovrà essere necessario effettuare il riconoscimento d'identità» `

Lunedì 5 Giugno 2023 di Emilio Pucci
Facebook, Instagram, TikTok, la stretta sui social: legge come in Francia. «Divieto fino a 13 anni» `

In Francia l'età "digitale" per potersi iscrivere ai social network presto sarà fissata a 15 anni.

La proposta di legge il 2 marzo è stata approvata quasi all'unanimità (82 voti contro 2) in prima lettura dall'Assemblea Nazionale. L'idea è ora di ricalcare il modello parigino e fissare dei paletti anche in Italia. Il piano è stato annunciato per la settimana prossima dal leader di Azione Carlo Calenda. L'obiettivo in questo caso è introdurre un divieto per chi ha meno di 13 anni e di permettere a chi ancora non ha raggiunto i 15 anni l'utilizzo di un account solo dietro il consenso dei genitori. E così i social network saranno tenuti a verificare l'età dei loro utenti per la registrazione dei minori.

 

I controlli

La legge prevede infatti controlli e sanzioni in caso di inadempienza per le piattaforme che non verificheranno l'esattezza dei dati anagrafici. «Ci dovrà essere anche un riconoscimento dell'identità», ha spiegato l'ex ministro dello Sviluppo economico ospite della trasmissione Mezz'Ora in Più su Rai 3. La proposta di legge è in fase di costruzione. Il progetto spiegano fonti parlamentari di Azione è quello di prevedere un utilizzo maggiormente consapevole dei social network. «È una questione di responsabilità il ragionamento . I minori non sentono più la necessità di incontrarsi ma soprattutto rischiano di essere assuefatti dagli smartphone. Non si può lasciare il compito di educarli solo alla scuola e alle famiglie, occorre una regolamentazione». Il tema è sentito anche da chi è genitore. Il 6 e il 7 febbraio scorsi, durante il Safer Internet Day, un evento annuale promosso dalla Commissione europea per promuovere un uso consapevole di Internet, Telefono Azzurro presentò un suo progetto nell'aula dei gruppi parlamentari della Camera per innalzare, da 14 anni a 16 anni, l'età minima per l'uso dei social network. «Il primo scopo è quello di preservare la salute mentale dei minori, evitando un'esposizione ai social network in età troppo giovane».

 

Il cyberbullismo

E il secondo «è quello di ridurre i fenomeni di cyberbullismo», ha spiegato a Le Monde Laurent Marcangeli, ex sindaco di Ajaccio e deputato del gruppo Horizons che si è fatto promotore della legge all'assemblea nazionale transalpina. Calenda sta sentendo gli esperti del settore per replicare il modello. La soglia in Francia era già stata inserita nel 2018 ma non è stata realmente applicata e non ha avuto alcun impatto: è stato accertato che sui social network la prima registrazione avviene in media a circa otto anni e mezzo di età, e sono presenti più della metà dei ragazzi tra i 10 e i 14 anni. Ma anche in Italia sono tantissimi gli 11-12enni che hanno un profilo su TikTok, Instagram oppure Snapchat. La percentuale sale al 90% per i soli 12enni e cala al 78% per gli undicenni. Inoltre secondo un sondaggio condotto a novembre dal dipartimento di Scienze umane dell'Università di Cassino 4 ragazzi su 10 hanno dichiarato di avere un profilo pubblico, cioè aperto e accessibile a chiunque.

 

Il caso irlandese

Ma non ci sono solo la Francia, o l'Italia. Anche in altri Paesi il dibattito sull'uso dei social e in generale degli smartphone da parte dei giovanissimi sta prendendo piede. E, ad esempio, i genitori della città irlandese di Greystones si sono uniti per dire, tutti insieme, ai loro figli che non possono avere uno smartphone fino alla scuola secondaria. Nelle otto scuole elementari della zona, le rispettive associazioni dei genitori hanno adottato un codice per evitare l'uso degli smartphone ai propri figli non ancora adolescenti: «Se lo facciamo tutti insieme ha riferito al Guardian una mamma non ti senti come se fossi strano. Più a lungo riusciremo a preservare la loro innocenza, meglio sarà». Alla base della scelta delle famiglie della contea di Wiclow, principalmente la preoccupazione che gli smartphone stessero alimentando l'ansia dei bambini e li stessero esponendo a materiale per adulti.
«L'infanzia sta diventando sempre più breve», ha detto Rachel Harper, la preside della scuola di San Patrizio che ha guidato l'iniziativa. La molla è scattata quando anche bambini di nove anni hanno cominciato a richiedere il dispositivo. E l'unica soluzione è stato un patto collettivo, che si traduce anche in un interessante esperimento sociale.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA