Vaccini a scuola e riapertura a settembre: il piano (anti-Covid) per la ripartenza

Giovedì 6 Maggio 2021
Covid, vaccini a scuola e riapertura a settembre: il piano per la ripartenza

Vaccini nelle scuole. E riapertura totale tra il 10 e il 15 settembre. Non semplici ipotesi, ma qualcosa di più: obiettivi da raggiungere per il il commissario per l’Emergenza Francesco Figliuolo e il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi. «Fare la vaccinazioni nelle scuole ai ragazzi? – risponde ai cronisti Figliuolo –. Ci stiamo pensando, come si faceva una volta negli anni ’70». Mentre sulla riapertura il ministro dell'istruzione indica a Repubblica che «stabilire la data di inizio delle lezioni è un compito delle Regioni» e che si augura «si arrivi a una data condivisa tra il 10 e il 15 settembre».

Ma la domanda dei genitori è: quali vaccini potranno però essere iniettati agli studenti?

 

Vaccini per gli studenti - I vaccini in fase di sperimentazione su bambini e adolescenti sono quelli che si basano sull’Rna messaggero: ovvero Moderna e Pfizer/BioNTech. Il primo si trova nella fase 2/3, mentre il secondo è più avanti e « si sono visti risultati molto promettenti» nei soggetti di 12-15 anni, come ha spiegato Valentina Marino, direttore medico Pfizer Italia a Che giorno è, su Rai Radio 1. Altra questione che tocca gli istituti scolastici è quella delle classi troppo numerose, che aumentano il rischio di contagio da Covid.

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Ripartono le prenotazioni per gli insegnanti - Oggi sono ripartite le prenotazioni per i vaccini degli insegnanti. Un mese fa erano state infatti interrotte per garantire l'immunità alle fasce più a rischio: come gli più anziani e i fragili. Ma ora insegnanti, professori universitari, personale scolastico riceveranno l'iniezione. E sono 390.000 ad aspettarla. Al momento, del personale scolastico, solo il 2,52 % ha ricevuto due dosi, mentre due su tre la prima.

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Le classi pollaio - Evitare classi numero e ridurre il numero di studenti per classe «fa parte di un nuovo disegno del sistema scolastico a cui stiamo lavorando e che abbiamo già previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza», specifica Bianchi a Repubblica. Ma se le grandi città come Roma, Milano e Napoli hanno da affrontare la questione delle aule con troppi studenti, c'è chi combatte con il problema opposto. Nelle zone interne e di montagna abbiamo non si riesce infatti «a comporre le classi perché gli studenti diminuiscono a causa della denatalità».

Ultimo aggiornamento: 14:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA