Scuole, riapertura il 26 aprile tra le incertezze. Rusconi: «Necessario completare le vaccinazioni»

Martedì 20 Aprile 2021
Scuole, riapertura il 26 aprile tra le incertezze. Rusconi: «Necessario completare le vaccinazioni»

Il Governo sta pensando alle misure da attuare per rendere sicura la riapertura delle scuole dal 26 aprile. La data ha fatto molto discutere nelle ultime ore: hanno espresso perplessità Regioni ed Enti locali che incontreranno a breve il Governo per discutere sull'organizzazione scolastica. Tra le ipotesi sul tavolo, c'è quella di orari scaglionati, mantenendo il 50% di presenza sui mezzi rispetto alla capienza o un potenziamento di mezzi e numero di personale.

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La Cgil chiede al Governo di rivalutare la ripresa dal 26 aprile e lavorare concretamente per raggiungere l'obiettivo in sicurezza. Lo Snals e la Cisl sottolineano come la sospensione della campagna vaccinale per il personale della scuola rappresenti un rischio: «Siamo alle soglie degli esami maturità: chiediamo che il personale commissioni abbia la seconda dose prima dell'avvio», hanno detto oggi, nel corso di due incontri con i responsabili del ministero dell'Istruzione.

I sindacati hanno proposto per quanto riguada il trasporto pubblico di lasciare alle scuole la possibilità di decidere la percentuale di ragazzi a cui far frequentare.

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A rassicurare tutti è stato il ministro dell'Istruzione Bianchi: «La volontà del premier Draghi di riportare tutti i ragazzi in presenza a scuola vuole essere un segno importante che pone la scuola prima di tutto» e sul precariato ha detto «il prossimo anno scolastico rischia di aprirsi con oltre 200 mila cattedre a tempo determinato a cui si sommano 80 mila docenti di sostegno e 25 mila prof che quest'anno andranno in pensione». Infine ha lanciato un appello al Parlamento: «Nessuno vuole sanatorie ma occorre individuare i percorsi».

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Oggi ha parlato anche il presidente dell'Associazione presidi del Lazio, Mario Rusconi: «La riapertura delle scuole del prossimo 26 aprile prevista dal governo con la presenza al 100% degli studenti delle superiori, più che un atto di fiducia verso la ripresa, ci sembra un ulteriore scaricabarile degli amministratori verso i dirigenti scolastici». «Da mesi chiediamo che vengano rivisti i criteri delle formazioni delle classi con un massimo di 20 alunni, la creazione di spazi per le scuole dove poter fare didattica, una anagrafe degli edifici scolastici il tracciamento dei contatti, tamponi ripetuti».

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Rusconi ha aggiunto: «Dopo che per l'intera estate presidi, docenti e personale della scuola aveva lavorato alla preparazione delle aule e degli spazi delle scuole per garantire le misure di profilassi richieste dal Ministero e dal Cts l'anno scolastico è iniziato a settembre sapendo che al massimo la presenza in classe poteva essere garantita al 75% degli alunni per la carenza degli spazi e il numero di studenti per classe frequentata». «L'edilizia scolastica italiana prevede per oltre il 70% delle scuole aule con una capienza di 20 alunni in cui oggi siamo costretti invece a metterne 25-28 ed in alcuni casi anche 30 di studenti».

Infine conclude Rusconi: «Non sono state prese decisioni sul tracciamento dei contatti, sia quelli a basso rischio sia quelli ad alto rischio, è necessario completare la vaccinazione del personale scolastico, presidiare maggiormente tutti quei luoghi esterni alla scuola in cui l'assembramento tra i ragazzi può moltiplicare le probabilità di contagio, creare maggiore concertazione tra i tavoli prefettizi e i dirigenti scolastici per le azioni da intraprendere per una tranquilla riapertura del prossimo anno scolastico. La scuola stessa diventa, paradossalmente, una fabbrica di dispersione, scolastica ed umana, con tutte le conseguenze negative che conosciamo da anni».

Ultimo aggiornamento: 16:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA