Scuola, la bocciatura di Garattini: «Riapertura il 14 settembre? Non sono ottimista»

Giovedì 23 Luglio 2020
Scuola, la bocciatura di Garattini: «Riapertura il 14 settembre? Non sono ottimista»

Scuole chiuse, molto critico il noto farmacologo Silvio Garattini sulla riapertura a settembre. «Penso ad affermazioni che vengono date come sicure, al ministro che dice «abbiamo ordinato 3 milioni di banchi» come si potessero ottenere in 15 giorni. Non sembra una soluzione di buonsenso in molte regioni cominciare il 14 per avere il 21 le elezioni con la chiusura delle scuole e poi di nuovo la ripresa. Sono situazioni che secondo me delimitano quello che è l'atteggiamento politico e, alla fine, di una popolazione: lo scarso interesse per la scuola».

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Garattini: non c'è interesse per la scuola

«Non c'è stato interesse per la scuola, come non c'è per l'impostazione stessa della scuola. E non sono molto ottimista su quel che succederà il 14 settembre», data in cui dovrebbero riaprire gli istituti e riprendere le lezioni. È la visione di Silvio Garattini, presidente dell'Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano, che oggi ha partecipato alla presentazione di una ricerca condotta dall'Irccs sugli effetti della quarantena per i bambini e i ragazzi under 15. Il farmacologo motiva così le sue preoccupazioni: «Mancano meno di due mesi con un periodo centrale di agosto in cui normalmente le attività sfumano molto. Questo comporterà certo gravi problemi, li abbiamo avuti tutti gli anni, figuriamoci quest'anno».

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Scuola che invece, sottolinea Garattini, «dovrebbe essere il primario interesse di qualsiasi comunità. Non c'è niente di più importante che preparare la gente per il futuro. Se non lo facciamo avremo un futuro che sarà disastroso». È una questione anche di impostazione didattica, per Garattini: «Abbiamo una scuola non adatta ai tempi che viviamo, manca una forma di conoscenza dei giorni nostri, che è data dalla scienza. La scienza non è presente nella scuola italiana, se non per alcuni suoi contenuti, ma questo non conta perché i contenuti cambiano rapidamente». Quello che manca, avverte, è «la scienza come fonte di conoscenza, manca la conoscenza della metodologia scientifica e questo è molto grave perché ci espone a situazioni viste molto bene in questa pandemia. Gli insegnanti che sono più all'avanguardia si coalizzino per far sì che la scienza entri di più nella scuola, a partire dalla prima elementare. Bisogna cominciare molto presto se vogliamo risultati che si vedano nel tempo».

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Ultimo aggiornamento: 20:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA