Covid, a scuola non distanziati: basterà la mascherina. La strategia per settembre

Venerdì 30 Luglio 2021 di Lorena Loiacono
Covid, a scuola non distanziati basterà la mascherina: la strategia per settembre

La missione è chiara: riaprire l’anno scolastico, a settembre, tutti i presenza. Un altro anno di didattica a distanza sarebbe insostenibile e il Governo lo sa bene. Così il piano per la ripartenza delle lezioni rientrerà in un pacchetto scuola, che verrà portato in consiglio dei ministri la prossima settimana. 

In sospeso la decisione sull’obbligo vaccinale

Ma il testo di fatto è pronto: si basa sostanzialmente sulle indicazioni date dal Comitato tecnico scientifico. Resta in sospeso, per ora, la decisione sull’obbligo vaccinale per il personale scolastico: se ne valuterà la necessità in base alla percentuale di docenti no vax che verrà rilevata nei prossimi giorni. E’ confermata, inoltre, la volontà di estendere il più possibile la vaccinazione tra i ragazzi over 12, per evitare rischi anche tra i più giovani: sarebbe infatti opportuno arrivare al primo giorno di scuola con almeno il 60% degli studenti tra i 12 e i 19 anni vaccinati.

Si tratta di circa 2,4 milioni di ragazzi, anche solo 2 milioni se si prende in considerazione solo gli studenti delle superiori ai quali, di fatto, è stata riservata la didattica a distanza nell’ultimo anno scolastico. Una percentuale raggiungibile, secondo le stime della struttura commissariale, entro i primi dieci giorni di settembre. Sempre che i ragazzi e i loro genitori, nel caso di minori, decidano di aderire. Tutto questo perché, come si legge nella premessa della bozza del piano, la sfida è «assicurare a tutti, anche per quanto rilevato dal Comitato Tecnico Scientifico, lo svolgimento in presenza delle attività scolastiche, il recupero dei ritardi e il rafforzamento degli apprendimenti, la riconquista della dimensione relazionale e sociale dei nostri giovani, insieme a quella che si auspica essere la ripresa civile ed economica del Paese». 

Innanzitutto, per garantire la didattica con i docenti in cattedra, il consiglio dei ministri ieri ha approvato l’assunzione, già autorizzata dal Mef lo scorso 17 luglio, di 112.473 insegnanti per il prossimo anno. Sarà necessario però vedere quanti riuscirà ad assumerne il ministero dell’istruzione, visto che mancano i docenti in graduatoria

Quindi come si torna a scuola? I ragazzi dovranno entrare tutti in aula mantenendo il distanziamento ma, laddove non fosse possibile, non si andrà a penalizzare la frequenza ma si potrà adottare l’utilizzo di dispositivi di sicurezza. Vale a dire che, salvo nuove disposizioni a ridosso dell’avvio dell’anno scolastico legate ad eventuali criticità nei contagi, il distanziamento non è più imprescindibile ma si può evitare, mantenendo la mascherina sul volto. E questo, a differenza dello scorso anno, sembra essere la novità più importante per permettere a tutti di seguire in presenza, visto che restano in piedi tutte le difficoltà delle scuole a reperire nuovi spazi: dagli enti locali, infatti, non sono arrivate aule alternative a sufficienza. 

La mascherina resta quindi una presenza fissa: è obbligatorio indossarla sopra i sei anni di età, nei locali al chiuso e quindi anche in classe. È obbligatoria tra il personale, compreso quello della mensa, e deve essere di tipo chirurgico certificato. Non sono ammesse, infatti, le mascherine cosiddette di comunità, vale a dire quelle di stoffa. Per i ragazzi diversamente abili e in caso di studenti con problemi di udito sono ammesse le mascherine trasparenti, proprio con l’obiettivo di agevolare la comprensione e la partecipazione alla didattica, e saranno distribuite dalla struttura commissariale come tutte le altre. 

Per entrare in classe non sarà necessario aver effettuato uno screening ad hoc ma si punta a potenziare il tracciamento e la sinergia tra scuole e asl, che troppe volte è mancata lo scorso anno, alla presenza di casi positivi. Restano ancora dubbi su una diversa forma di quarantena: la modalità alla francese prevede infatti che vadano in dad solo i ragazzi non vaccinati. Ma su questo il Cts deve ancora esprimersi. Le aule devono essere costantemente areate e pulite: la sanificazione deve essere puntuale. 

In presenza di casi positivi, servono interventi di sanificazione se sono trascorsi meno di sette giorni dall’ultima presenza a scuola. Gli interventi possono essere effettuati da ditte apposite ma non è obbligatorio: si può procedere anche con il personale quotidianamente addetto alle pulizie della scuola. Per le attività sportive, le regole vengono adottate in base al “colore” dell’area geografica: per quanto riguarda le attività di educazione fisica all’aperto, il Cts non prevede in zona bianca l’uso di dispositivi di protezione per gli studenti, salvo il distanziamento interpersonale di almeno due metri. Per le stesse attività, svolte però al chiuso quindi in palestra, si procede per colore: le attività di squadra sono consentite solo in zona bianca, anche se vanno privilegiate sempre quelle individuali, mentre in zona gialla e arancione si raccomanda lo svolgimento di attività unicamente di tipo individuale».
 

Ultimo aggiornamento: 10:10 © RIPRODUZIONE RISERVATA