Green pass a scuola, primi prof respinti: il governo verso l'obbligo anche per altre categorie

Giovedì 2 Settembre 2021 di Alberto Gentili e Lorena Loiacono
Green pass a scuola, primi prof respinti: il governo verso l'obbligo anche per altre categorie

L'obbligo di Green pass, che da ieri è previsto per tutto il personale della scuola, potrebbe presto raggiungere altre categorie di lavoratori. Nel governo, nonostante la guerra della Lega alla certificazione verde, e nonostante la contrarietà dei sindacati, sta prendendo forza il fronte favorevole all'estensione del lasciapassare nei luoghi di lavoro. L'arrivo di un nuovo decreto non sarà immediato: «Bisogna lavorarci, confrontarci con aziende e sindacati», dicono fonti di governo. Però il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta, lavora a un provvedimento per estendere il Green pass ai dipendenti pubblici. E c'è chi vorrebbe applicarlo anche alle aziende private e ai lavoratori di quei settori dove il Qr code è già obbligatorio per gli utenti: treni, aerei e navi a lunga percorrenza.

Ma anche per i gestori e il personale di bar e ristoranti al chiuso, cinema e teatri, palestre e piscine, stadi, congressi, eventi in generale.

Green pass a scuola, obbligo per altre categorie

 

Nel frattempo, ieri c'è stato l'esordio del pass in tutte le scuole italiane. Fuori dal portone di ingresso è stato disposto in genere un banchetto, ma anche due o tre in base all'affluenza prevista, con un gel disinfettante e un tablet con cui leggere il Qr code dell'insegnante o del bidello che arriva. Tutti hanno dovuto esibirlo e chi non ce l'aveva, o ne aveva uno che non risultava valido, non è stato ammesso nei locali del suo istituto ed è stato registrato come assente ingiustificato. Alla quinta assenza si viene sospesi.

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Non sono mancati i problemi. «Abbiamo avuto disagi con i Green pass stampati su carta spiegano dall'istituto Galileo Galilei di Roma se la stampa non è perfetta o se il foglio è piegato ci sono difficoltà nel riconoscimento del Qr Code. Purtroppo è successo e, in quel caso, abbiamo chiesto a tutti di utilizzare il formato digitale». Lo stesso è accaduto al liceo Newton di Roma dove è dovuta intervenire la preside Cristina Costarelli: «So per certo che quei due insegnanti, fermati dal Green pass, sono vaccinati - ha spiegato- ero sicura che avessero la certificazione valida e non potevo certo lasciarli fuori. Abbiamo provato a scaricare di nuovo il Green pass dall'app Io e ha funzionato. Su questi aspetti tecnici abbiamo chiesto molta attenzione, non possiamo rischiare di lasciar fuori qualcuno per un errore».

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Nelle scuole si è deciso di autorizzare più persone al controllo del green pass, soprattutto ora che le verifiche sono giornaliere, in attesa che venga attivata la piattaforma ministeriale automatizzata: avere più persone autorizzate alla verifica garantisce anche il «controllo del controllore». Altrimenti non ci sarebbe nessuno a verificare il Green pass del dirigente scolastico o del segretario che ricopre il ruolo di verificatore. E ieri, giorno del debutto del Qr code a scuola, c'erano anche gli esami di riparazione che in molti istituti hanno preso il via: molti quindi i docenti presenti. E con loro, c'erano anche i colleghi neo immessi che, per prendere servizio, si sono recati nella scuola destinataria con documenti e Green pass in mano. «Solo qui al Galilei- spiegano dall'istituto ne abbiamo registrati 50. Inevitabilmente le procedure si sono allungate».

 

Ma, errori tecnici a parte, non sono mancati momenti di tensione, di fronte ad una certificazione ritenuta non valida: è il caso di due docenti del liceo Curie-Levi di Torino che, non essendosi vaccinati, hanno presentato un certificato di esenzione scritto da un medico, ma non il loro medico curante, e per questo gli è stato negato l'accesso a scuola. «È stato rilasciato da un medico autorizzato a fare la campagna vaccinale - hanno spiegato i due docenti - come prescrive la normativa, ma per il preside non è valido perché non lo ha firmato il nostro medico curante». Uno dei due, un professore di lingua, si è poi presentato nella caserma dei carabinieri con un avvocato per sporgere denuncia contro il dirigente per abuso di ufficio. Anche a Milano due educatrici sono rimaste fuori dal nido dove volevano prendere servizio: «Un paio delle nostre educatrici, senza Green pass - ha spiegato il sindaco Giuseppe Sala - hanno chiesto di entrare ugualmente e sono state respinte. Speriamo nel buon senso, perché se ci si mette a litigare su questi aspetti magari davanti ai bambini qualche problema ci può essere». Il ministero ha fatto sapere che nella giornata di ieri in tutta Italia si sono registrate «solo poche decine di casi» di docenti o personale Ata non in regola.

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ALL'UNIVERSITÀ
L'obbligo di Green pass è entrato iin vigore anche nelle facoltà universitarie. Non solo per i docenti e il personale intero ma anche per gli studenti: i controlli per ora possono partire a campione ma c'è anche chi si è già organizzato verificando tutti coloro che entrano. È il caso dell'Università La Sapienza di Roma che già da un anno controlla che chiunque entri abbia l'autorizzazione ad accedere, tramite la prenotazione di un banco a lezione, in biblioteca o all'esame.
 

Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA