Scuola, Valditara: «Chi occupa e danneggia deve essere bocciato. Tecnici? Il 4+2 funziona»​

Il ministro dell'Istruzione ha visitato il liceo Severi Correnti di Milano, dopo un'occupazione che ha portato a danni quantificati in circa 70mila euro

Lunedì 12 Febbraio 2024 di Ernesto Menicucci
Scuola, Valditara: «Chi occupa e danneggia deve essere bocciato. Tecnici? Il 4+2 funziona»

Ministro Valditara, si aspettava questi dati dalle iscrizioni alle superiori, in particolare per quanto riguarda la nuova filiera del 4+2 per istituti tecnici e professionali?

«Il risultato è al di là delle nostre aspettative.

Pensavamo di avere un migliaio di iscritti sulla formula dei quattro anni più due, che come è noto è una sperimentazione. Abbiamo avuto 1669 richieste, un risultato importante del quale sono grato alle scuole che si sono candidate e alle famiglie che ci hanno creduto. Per valutare questo risultato le fornisco un dato: i nuovi quadriennali di filiera sono stati scelti dallo 0,72% e dallo 0,96% di quanti hanno fatto rispettivamente iscrizione all’istruzione tecnica e a quella professionale. La sperimentazione Bianchi del diploma in 4 anni, decisa nel 2021, ha avuto per i tecnici lo scorso anno 0.41% delle iscrizioni, lo 0,18 per i professionali, mentre l’anno prima si fermò per i tecnici allo 0,28%».

Cosa succede adesso?

«Da settembre parte un percorso di eccellenza che risponde alle esigenze di un mondo del lavoro profondamente cambiato e rimasto inascoltato per troppo tempo. Per noi questo è il primo gradino, andiamo avanti con decisione perché è la strada giusta».

Perché è così importante per voi questo progetto?

«La sperimentazione richiede un progetto e uno sforzo da parte degli istituti autorizzati notevole: innova i programmi, spinge sulla ricerca e l’internazionalizzazione, mette in contatto scuola e imprese, rafforza le materie di base e incentiva quelle professionalizzanti per una formazione altamente qualificata che consenta ai giovani di entrare prima e meglio nel mondo del lavoro, di realizzarsi in una società che è profondamente cambiata. Questo governo e questo ministero sono impegnati a governare e a stimolare i cambiamenti».

C’è una parte del Paese che ha reagito con maggiore interesse?

«Devo dire che abbiamo avuto ottimi risultati al Sud, che ha risposto benissimo. Ma anche nel Lazio, in Lombardia, in Emilia. In generale è un passaggio importante, per mettere in contatto domanda e offerta di lavoro».

Invece il liceo del Made in Italy ha avuto una partenza a dir poco lenta... Come se lo spiega?

«Innanzi tutto stiamo parlando di un liceo di eccellenza che è appena partito, e che si rivolge alla formazione di manager, dirigenti d’impresa, che punta a valorizzare le eccellenze italiane. Questo di oggi è un punto di avvio di un percorso che si amplierà».

Capitolo occupazioni, lei ha avuto parole molto dure verso gli studenti che danneggiano le scuole.

«Ho visitato la Severi Correnti a Milano: è stato molto impressionante vederla devastata. Hanno sfasciato computer, rovinato lavagne elettroniche, tagliato i fili della luce. Questo è teppismo, vandalismo allo stato puro. Senza contare che 1500 studenti sono stati privati, da una minoranza, del diritto allo studio per tre settimane. E infatti dovranno tornare alla Dad, la didattica a distanza».

Cosa si può fare in concreto per combattere questi episodi di violenza?

«L’ho detto e lo ripeto. Chi occupa e devasta una scuola deve essere bocciato».

Come, tecnicamente?

«Meritano il 5 in condotta, e con il cinque si viene bocciati». 

E per quanto riguarda la responsabilità civile dei danni provocati?

«Chi occupa ne dovrebbe rispondere, perché ci va di mezzo la comunità. L’associazione presidi di Roma ha fatto una stima: 350 mila euro di danni solamente in tre scuole della Capitale. Perché deve pagare il ministero, cioè i contribuenti italiani? Paghi chi ha occupato».

Ma è possibile che non ci sia un altro modo per far vivere la scuola agli studenti che non siano le occupazioni?

«Ci sono le autogestioni, che sono democratiche e che sono previste negli Statuti scolastici: si fanno corsi, lezioni alternative. Cosa ben diversa dalle occupazioni».

Altro tema caldo, le aggressioni ai professori che sono sempre più frequenti.

«Ho proposto che venga previsto la possibilità di agire per il danno d’immagine da parte della scuola. Cioè, chi picchia un professore non solo risponde per i danni causati al docente, ma anche alla scuola, con l’Avvocatura dello Stato che si può costituire in giudizio. I soldi così recuperati vanno naturalmente alla scuola in questione».

Che altre novità avete in programma?

«Innanzitutto cambieremo il sistema di valutazione alla scuola Primaria. Basta con le definizioni incomprensibili tipo “avanzato”, “intermedio”, “base”, “in via di prima acquisizione”. Al di là del giudizio analitico, vogliamo che alle Elementari le valutazioni siano chiare, semplici: ottimo, buono, discreto, sufficiente, insufficiente, gravemente insufficiente».

Che altro?

«Lo stop ai diplomifici. Siamo pronti a varare un pacchetto di norme per contrastare questo fenomeno e riportare la legalità in tutti gli istituti. Sì al registro elettronico, una sola classe collaterale per evitare la moltiplicazione degli iscritti all’ultimo anno da 8 a 800, niente più 4 anni in 1, un protocollo con la Guardia di Finanza per far sì che chi studia in una certa scuola frequenti effettivamente».

C’è un piano sugli insegnanti di sostegno?

«Abbiamo già previsto che i 13 mila nuovi assunti restino in servizio presso la scuola per tre anni. Inoltre faremo in modo che anche i precari, se le famiglie si sono trovate bene e anche loro sono d’accordo, possano restare per 3 anni a seguire lo studente con disabilità, in modo da garantire la continuità didattica».

Ultimo aggiornamento: 13 Febbraio, 08:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA