Covid a scuola, un positivo in classe: che si fa? Dad, quarantene e tamponi: cosa prevede il protocollo

Martedì 14 Settembre 2021 di Francesco Malfetano
Covid a scuola, un positivo in classe: che si fa? Dad, quarantene e tamponi: cosa prevede il protocollo

Neanche il tempo di iniziare con le lezioni in presenza in tutta la Penisola che, come prevedibile, è già ora di testare i nuovi protocolli anti-Covid per le scuole. Ieri a Bolzano, dove l’anno scolastico è iniziato il 6 settembre, sono infatti già finite in quarantena le prime 8 classi. Una situazione a cui, data l’ampia circolazione del virus, bisognerà abituarsi al più presto. Docenti, studenti e genitori in pratica, devono tenersi pronti a tornare alla Dad, anche se solo per brevi periodi. 

Green Pass a scuola: prova superata, ma è allarme cattedre

Covid, cosa succede in caso di contagio a scuola?

QUAL È IL PROTOCOLLO NEL CASO DI POSITIVITÀ DI UNO STUDENTE O DI UN DOCENTE?
Nessuna novità rispetto al termine dello scorso anno.

Le procedure ordinarie per la gestione dei casi di contagio possibili, probabili o confermati, da attuare in collaborazione con le Asl locali sono quelle ribadite dal Comitato tecnico scientifico a luglio. «In caso di sintomi indicativi di infezione acuta delle vie respiratorie di personale o studenti, occorre attivare immediatamente la specifica procedura - si legge nel verbale n.34 del 2021 - il soggetto interessato dovrà essere invitato a raggiungere la propria abitazione e si dovrà attivare la procedura di segnalazione e contact tracing da parte della ASL competente».

Appurato che l’alunno, il docente o l’operatore scolastico deba a questo punto restare a casa, inizia la procedura di ricostruzione dei contatti. Le possibilità sono due: soggetti esposti ad un contatto classificato ad alto rischio (ovvero i cosiddetti contatti stretti, in cui rientrano ad esempio i compagni di classe dell’alunno infetto) e soggetti esposti ad un contatto a basso rischio (cioè, come chiarito dal Ministero della Salute, che l’esposizione - con o senza mascherina, con o senza distanziamento, all’aperto come al chiuso - abbia avuto una durata di meno di 15 minuti). 

QUANTO DURA LA QUARANTENA DI UNA CLASSE?
A quel punto vengono isolati tutti i contatti stretti e, quindi, la classe finisce in quarantena Con le vaccinazioni per gli over12 le regole per l’isolamento domiciliare sono cambiate. Oltre alla classificazione del rischio del contatto infatti, la durata della quarantena cambia anche a seconda dello stato vaccinale dei soggetti coinvolti. Se tanto gli studenti vaccinati che quelli che non hanno completato il ciclo vaccinale, non c’è obbligo di quarantena nel caso vi sia un contatto a basso rischio con un positivo, le cose cambiano qualora si tratti di contatti diretti e prolungati. Come un compagno di classe appunto. 

Se però lo studente che è entrato a contatto con un positivo è vaccinato da più di 15 giorni, questo dovrà restare in quarantena almeno 7 giorni dall’ultima esposizione al caso. Al termine, prima di tornare in classe, dovrà però eseguire un tampone molecolare o antigenico e ottenere un risultato negativo. Qualora non fosse possibile eseguire un test tra il settimo e il quattordicesimo giorno, il medico e l’Asl possono valutare di concludere il periodo di quarantena dopo almeno 14 giorni dall’ultima esposizione al caso, anche in assenza di esame diagnostico. Per quanto riguarda gli alunni non vaccinati che hanno avuto un contatto stretto con un positivo, le modalità sono le stesse ma i tempi si allungano. La quarantena dovrà essere di almeno 10 giorni dall’ultima esposizione al caso. 

Ovviamente, che sia un’intera classe o la metà a restare a casa, la scuola dovrà subito avviare di nuovo la didattica a distanza per tutto il tempo necessario. Peraltro anche nella versione mista perché, appunto, gli alunni vaccinati fanno una quarantena più breve di quelli non immunizzati.

LE SCUOLE SONO PRONTE A TORNARE ALLA DAD IN CASO DI NECESSITÀ?
A rispondere è Mario Rusconi, presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma e vicepresidente per il Lazio. «Dal punto di vista tecnico e tecnologico le scuole sono pronte. Sono arrivati molti fondi per le infrastrutture digitali. Non credo ci saranno particolari problemi. D’altro canto però non siamo stati in grado di sfruttare meglio le possibilità date dalla Dad. Ora i docenti continuano a fare lezione davanti a un computer come se fossero in classe. Ma avremmo voluto nuovi strumenti a disposizione. Una biblioteca telematica divisa per discipline ad esempio, che permetta a tutti gli insegnanti di integrare facilmente 10 minuti di spiegazione classica, con un documentario, magari in inglese, o slides, foto e giornali».
 

Ultimo aggiornamento: 21:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA