Minigonne al Socrate, Rocco Pinneri: «I ragazzi possono vestirsi come vogliono, la scuola dovrà spiegarci cosa è successo»

Sabato 19 Settembre 2020 di Flaminia Savelli
Minigonne al Socrate, Rocco Pinneri: «I ragazzi possono vestirsi come vogliono, la scuola dovrà spiegarci cosa è successo»
«La questione è molto delicata e prima di un provvedimento vorrei avere un quadro completo. Per questo ho chiesto un resoconto dell'episodio». È cauto Rocco Pinneri, direttore dell'ufficio regionale scolastico, che ieri è stato travolto dalle ragazze in minigonna del liceo Socrate alla Garbatella di Roma. Molte alunne al suggerimento della vice preside, Silvia Acerbi, di non indossare abiti corti, si sono presentate in classe in gonna.

Direttore Pinneri come procederà per risolvere la questione?
«Ho chiesto al preside, Carlo Firmani, di presentare un resoconto di quanto avvenuto. La scuola si è subito attivata e nelle prossime ore dovrebbe arrivare. Intanto abbiamo avuto un primo colloquio in cui mi sono stati chiariti alcuni aspetti determinanti».

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Cioè?
«Il dirigente dell'istituto mi ha assicurato che non c'è alcuna circolare per il dress code dei ragazzi. Il che, per quanto mi riguarda, è importantissimo. I giovani hanno il diritto di esprimere la propria libertà anche negli abiti che indossano per andare a scuola. Purché, certo, si resti nel decoro. Non ci devono essere pregiudizi, non sono tollerati. Tantomeno se una ragazza indossa una gonna o un abito. In questo caso però, prima di valutare l'episodio molto delicato, sono da approfondire diversi aspetti. Ecco perché verranno ascoltati anche gli studenti: sarà importante stabilire, se e in che misura, la vicepreside non ha svolto il suo ruolo non solo di docente ma anche di educatrice. Ma ribadisco che l'intera questione va accertata e ricostruita con tutte le parti».

Che reazione hanno avuto i docenti all'affermazione «perché poi ai professori cade l'occhio»?
«Anche questo è un aspetto su cui voglio molta chiarezza. I professori del liceo Socrate sono stimati professionisti, attenti e preparati. Dunque, la vice preside potrebbe non aver tenuto conto della sensibilità non solo delle ragazze ma anche dei suoi colleghi che sono stati richiamati. Come se avessero un approccio ambiguo con le studentesse. Un aspetto che escludo a prescindere da questa affermazione, così come le stesse ragazze hanno sottolineato. Tutto ciò sarà da valutate solo quando mi verrà consegnata la relazione. La scuola già nel pomeriggio stava chiamando e ascoltando gli studenti. Poi, mi hanno assicurato, avrebbero ascoltato i professori».

Direttore Pinneri, sta pensando a eventuali provvedimenti disciplinari?
«Al momento l'istituto mi ha assicurato che non è stata pubblicata nessuna circolare sull'abbigliamento scolastico. Perciò ai ragazzi e alle ragazze viene garantita l'assoluta libertà di indossare ciò che li fa sentire più a loro agio. Quanto accaduto nelle ultime ore va confermato e parlerò con i diretti interessati. Dal primo colloquio con il dirigente ho avuto un quadro abbastanza chiaro. Non dimentichiamo che stiamo vivendo un momento delicato dell'avvio scolastico tra banchi che non sono arrivati e la didattica a distanza. L'affermazione, anzi, sarebbe nata proprio dal problema dell'assenza dei banchi. Tuttavia non possiamo trascurare anche gli aspetti personali e umani: gli studenti devono sentirsi accolti e supportati quando entrano a scuola».

Teme altre proteste tra gli alunni?
«Ai ragazzi verrà comunicata ogni mia decisione, se ne prenderò. Vorrei un clima sereno per tutti per affrontare al meglio i prossimi mesi. Noi siamo dalla parte della scuola e docenti e studenti devono avere un atteggiamento positivo. La situazione spero che verrà chiarita quanto prima. Intanto noi continueremo ad approfondire ogni aspetto. Nessuno deve sentirsi in difficoltà quando va a scuola e si siede davanti al suo professore, uomo o donna. Comunque tutto quanto è stato riferito andrà approfondito. Questo nell'interesse di tutte le parti: la scuola, gli alunni, i professori. E anche la vice preside che potrebbe essere stata male interpretata per un'affermazione comunque non opportuna. Ribadisco però che ogni decisione verrà presa al momento opportuno e quindi comunicata in via ufficiale. Vogliamo un confronto aperto sia con il personale scolastico che con i nostri giovani».
 
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