Green pass, i presidi sul caos: «Siamo in alto mare, meglio l'autocertificazione»

Giovedì 26 Agosto 2021 di Lorena Loiacono
Green pass, i presidi sul caos: «Siamo in alto mare, meglio l'autocertificazione»

Tra meno di una settimana, nelle scuole italiane, parte l'obbligo del Green pass per i docenti e per tutto il personale in servizio, dai bidelli ai tecnici di laboratorio, ma negli istituti nessuno sa ancora come verranno controllati i certificati verdi. Le proposte dei presidi, per snellire le procedure, sono tante e vanno dall'autocertificazione alla presentazione del certificato vaccinale fino alla lista della Asl, come si fa per i bambini. Ma per ora nessuna di questa è stata accettata: si rischia quindi di dover mettere i docenti in fila, la mattina, in attesa del proprio turno per il controllo del certificato prima di entrare in classe. E tra pochi giorni si parte.
IL NUOVO ANNO SCOLASTICO
Il 1 settembre, infatti, inizia il nuovo anno scolastico e nelle scuole non torneranno solo gli insegnanti per organizzare l'avvio delle lezioni, previsto per il 13 settembre, ma anche i ragazzi delle superiori per i corsi e gli esami di recupero.

Green pass a scuola, è caos

 

La presenza a scuola quindi non sarà sporadica e i controlli dovranno essere sistematici e costanti su tutti coloro che entreranno per lavorare.

Eppure resta ancora irrisolta l'incognita legata al controllo del Green pass che interessa, in ogni istituto, centinaia di persone ogni giorno. Numeri importanti che potrebbero essere drasticamente ridotti per snellire i tempi: «Chiediamo - spiega Mario Rusconi, presidente dell'Associazione nazionale die presidi di Roma - di poter avere l'elenco dei vaccinati dalle Asl, dopo aver fornito noi tutti i nominativi delle persone che lavorano a scuola. In questo modo sapremmo chi è sprovvisto di Green pass a lunga scadenza ed evitare alcuni controlli».

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La maggior parte del personale infatti, circa il 90%, è vaccinato quindi ha la certificazione verde valida per 9 mesi e quindi potrebbe benissimo mostrare il codice una volta sola, il 1 settembre, per poi ritirarlo fuori nel 2022. La restante parte, il 10% ma probabilmente anche meno, non ha il vaccino e quindi potrà ottenere il Green pass solo mostrando l'esito negativo di un tampone fatto nelle 48 ore precedenti, che va costantemente controllato. Ma alla scuola non è dato sapere, per ora, la durata e la data di scadenza del Green pass. «Si tratta di informazioni sulla salute del lavoratore - sottolinea Rusconi - ma le scuole hanno già faldoni pieni di informazioni mediche dalla legge 104 ai certificati di invalidità fino alle allergie degli alunni. Maneggiamo questo tipo di informazioni, su cui garantiamo il massimo riserbo, da sempre. Potremmo avere dal personale stesso le informazioni sul vaccino, perché non possiamo farlo? Controllando tutti, rischiamo che si inizi a far lezione a mezzogiorno». Una maestra, in un rapporto di fiducia con il dirigente, potrebbe far leggere spontaneamente la data di scadenza del Green pass e così non verrebbe più controllata.

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I CONTROLLI
Una proposta simile arriva da alcuni istituti scolastici di Prato, dove i dirigenti stanno pensando ad una sorta di autocertificazione che il docente potrebbe presentare per dichiarare l'avvenuta vaccinazione. Ma non si può fare perché, per il rispetto della privacy, non è consentita la verifica diretta delle scelte vaccinali e della condizione sanitaria dei lavoratori da parte dei dirigenti scolastici. «Sarebbe tutto più semplice se potessimo ricevere la data di scadenza del Green pass - spiega Roberto Romito, presidente Anp Puglia - attraverso l'incrocio dei dati del personale con l'anagrafe vaccinale, come avviene per gli alunni al momento dell'iscrizione. Ma ci dicono che non si può».

 


E allora, visto che i controlli si devono fare giorno per giorno, chi sarà impiegato a svolgerli? Le scuole non hanno personale a sufficienza e così da Roberto Novelli, deputato di Forza Italia e componente della commissione affari sociali, arriva la proposta di impiegare in questa attività di controllo i percettori del reddito di cittadinanza che potrebbero così svolgere tra le 8 e le 16 ore settimanali di lavoro socialmente utile, previste dai Progetti Utili alla Collettività varati dai comuni. Oppure, come avverrà negli istituti della provincia autonoma di Trento, verranno installati dei totem con il lettore automatico per controllare il Green pass velocemente e senza impiegare il personale: per esportare la soluzione in tutta Italia bisognerebbe calcolarne però i costi.
 

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Ultimo aggiornamento: 09:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA