Regioni al governo: a scuola il 7 gennaio. Toti: «Inopportuno riaprire». E il Consiglio di Stato: «Obbligo di mascherina per i più piccoli»

Giovedì 26 Novembre 2020
Nuovo Dpcm e scuola, le Regioni al governo: ai licei didattica a distanza fino a gennaio

Scuole chiuse. Le Regioni chiedono al governo di prolungare la didattica a distanza per i licei fino al 7 gennaio. «È inopportuno riaprire le scuole prima di quella data», dichiara il presidente della Liguria Giovanni Toti. La proposta è emersa nel corso della riunione con i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza

«Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza», ha riferito alla stampa Toti a nome di tutte le regioni. «Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto il governatore della Liguria - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata».

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Inoltre, in vista del prossimo dpcm hanno anche chiesto di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L'obiettivo dei governatori sarebbe evitare così la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve. Il governo ha confermato che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale

Il vertice

I  governatori dunque sono decisamente contrari alla riapertura a dicembre delle scuole. Il nodo principale resta il trasporto pubblico. La linea già in mattinata era stata anticipata oltre che dallo stesso Toti anche dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia: «Penso sia rischioso aprire la scuola il 9 dicembre e chiudere subito dopo. Concentriamoci invece ad un'apertura più solida dopo l'Epifania, se è possibile. Perchè tutto dipende dall'infezione». Dello stesso parere anche l'assessore regionale alla Sanità del Lazio, Alessio D'Amato, «la strada è lunga e serve prudenza anche sul tema della riapertura delle scuole». Mentre il virologo Andrea Crisanti, direttore del laboratorio di microbiologia dell'Università di Padova suggerisce di «verificare prima l'impatto della riapertura sui contagi». La linea dell’Emilia-Romagna invece è quella di non tenere i ragazzi fuori dalle aule oltre i vincoli fissati dal Dpcm.

Dunque, nel caso la regione torni gialla, sarebbe giusto che anche alle superiori si torni a scuola, non appena possibile.

Spinge da settimane per la riapertura della scuola invece la ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina che tuttavia oggi, rispondendo alle domande dei ragazzi, pur confermando che sta lavorando «per riportarvi quanto prima a scuola», ha avvertito che «dobbiamo essere cauti e fare delle scelte». «Ho tanti sogni - ha raccontato agli studenti - personali e lavorativi, come tutti quanti. Ma per ora quello più grande è sicuramente rivedervi tutti tra i banchi il prima possibile. Perchè è un vostro diritto tornarci e perchè al scuola deve essere la nostra priorità».

Al suo fianco è la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, pentita di aver mandato tutti i ragazzi delle superiori a casa con la didattica a distanza. «Continuo a pensare che abbiamo sbagliato a mettere al 100% la Dad nelle superiori - ha detto - e per questo sto insistendo che il prima possibile si riaprano le scuole, con un piano di riapertura organizzato. Io penso che un giorno guadagnato di didattica in presenza per questa generazione valga tutto il nostro sforzo ed il nostro impegno». Spingono per la riapertura subito anche LeU con Nicola Fratoianni e il Movimento Cinque stelle.

Si profila insomma un confronto serrato nel governo, mentre i presidi e i sindacati della scuola sono per la ripresa delle lezioni in presenza ma solo se il sistema è in grado di garantire un potenziamento dei trasporti, del sistema di tracciamento, supplenti, laddove manchino i docenti titolari, ingressi realmente scaglionati.

E intanto il Consiglio di Stato ha confermato in via cautelare l'obbligo delle mascherine per i più piccoli a scuola: con questo decreto monocratico il giudice ha respinto l'istanza dei genitori di alcuni bambini - tra i 6 e gli 11 anni - che chiedevano sospensione dei Dpcm riguardanti l'obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie nei luoghi al chiuso, per bimbi di età superiore ai sei anni.

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Ultimo aggiornamento: 20:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA