Tom Cruise e la corsa alla Luna con le nuove stazioni spaziali e una Mission Impossible

Martedì 25 Agosto 2020 di Paolo Ricci Bitti
Spazio, attorno alla Luna con la nuova stazione spaziale in attesa di Tom Cruise

Con Paolo D’Angelo, 59 anni, romano, giornalista e storico delle imprese spaziali, “stregato dalla Luna” fin dalle missioni Apollo, viaggiamo dalla veterana Stazione spaziale internazionale che ha ospitato di recente Luca Parmitano, Paolo Nespoli e Samantha Cristoforetti, alle prossime Lunar Gateway, che orbiterà attorno alla Luna a partire dal 2024, alla prima stazionale spaziale privata Axiom. D’Angelo, commentatore di imprese spaziali per Rai, Mediaset e Sky, ha anche curato l’allestimento di mostre sullo spazio.

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Fine settimana in lockdown sulla Stazione spaziale internazionale per l’astronauta Chris Cassidy e i cosmonauti Ivan Vagner e Anatoly Ivanishin,costretti a rinchiudersi nel modulo russo Zvezda, mentre la parte occidentale dell’Iss è stata sigillata. No, il Covid-19 non c’entra, anche se lassù, a 400 chilometri di altezza e alla velocità di 28.800 chilometri l’ora, si compiono esperimenti medici che possono aiutare a combatterlo.


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Emergenza nella spazio


Perché allora questa emergenza sull’Iss?
«Dire “emergenza” è davvero un po’ troppo, anche se sulla sicurezza: è stata riscontrata nella parte non russa della stazione l’ennesima, piccola perdita di pressurizzazione e allora per individuarla e per ripararla si è reso necessario chiudere tutti i portelli tra i vari moduli per procedere alle misurazioni».

Ennesima?
«Sì, com’è normale che sia. È fisiologico che in una struttura vasta e complessa come l’Iss, lunga più di 100 metri e pesante oltre 400 tonnellate, si registrino di tanto in tanto questi problemi, in realtà preventivati. È impossibile che tutti quei giunti, guarnizioni, portelli interni ed esterni, condotti per i cavi elettrici e idraulici non si usurino: l’Iss ogni 90 minuti compie un’orbita della Terra passando repentinamente, e più volte nell’arco delle 24 ore, da meno 100 gradi centigradi a più 100. Un’escursione termica micidiale per le strutture. Ed è normale che qualcosa possa consumarsi nonostante il meticoloso programma di manutenzione effettuato dagli astronauti».
 

 


Durante la recente missione di Parmitano si guastò la toilette, poi questa perdita di pressurizzazione, non è che la stazione spaziale comincia a mostrare i suoi 22 anni? Non doveva completare il ciclo di servizio nel 2020?
«Sì, ma poi il programma è stato esteso al 2024 ed è quasi certo che si arriverà al 2028 e non solo perché quella meravigliosa macchina, la più complessa realizzata dall’umanità, ha richiesto finora investimenti fra i 150 e i 180 miliardi di dollari versati da Stati Uniti, Russia, Europa (con l’Italia in prima linea grazie all’Agenzia spaziale italiana), Giappone e Canada. Fondi spesi bene, se si considerano i ritorni che fruttano gli esperimenti che si compiono a bordo».


Stazione spaziale internazionale

Che cosa spinge ancora a mantenere in esercizio la veterana Iss, mentre scalpitano la Lunar Gateway e persino la prima stazione spaziale privata, l’americana Axiom, per non dimenticare “Il palazzo celeste” dei cinesi?
«Il suo ruolo affascinante di “avamposto dell’umanità nello spazio”: è un tale concentrato di tecnologia e ricerca che ci sarà ancora a lungo bisogno di essa proprio per affrontare con maggiori certezze e conoscenze le prossime imprese, a cominciare dal ritorno dell’uomo sulla Luna per il programma Artemis della Nasa che prevede la costruzione tra il 2021 e il 2024 della stazione cislunare Lunar Gateway con la partecipazione appunto di Usa, Europa (Agenzia spaziale europea), Canada e Giappone, e i russi per ora alla finestra».
 


Sarà più piccola dell’Iss, ma viaggerà assai più lontano?
«Già, diciamo 380mila chilometri, mentre l’attuale stazione sorvola la Terra a una quota di 400 chilometri: la Lunar Gateway (“porta per la Luna”, ndr) orbiterà in maniera ellittica “sfiorando” il suolo lunare a 3.000 chilometri per poi allontanarsi a 70.000 chilometri. Un bel balzo se ricordiamo che la Luna dista 384.000 chilometri da noi. Dalla nuova stazione sarà poi più agevole compiere l’ultimo salto verso il suolo lunare». 


Lunar gateway

Perché quote così diverse?
«Anche per ridurre al minimo i passaggi “dietro” la Luna durante i quali si interromperanno le comunicazioni con la Terra, una fase sempre molto delicata».



Ci sarà una bandiera italiana anche sulla nuova stazione? 
«Certo, così com’è avvenuto per l’Iss, determinante sarà il ruolo di aziende quali Thales Alenia Space e Leonardo, con il coordinamento dell’Agenzia spaziale italiana, per la realizzazione dei moduli abitativi della stazione cislunare. E anche della stazione privata americana Axiom. La tecnologia spaziale italiana, che sull’Iss è presente anche con Argotech e Altec, è all’avanguardia anche in questo campo e questo ci permette inoltre di “guadagnare” posti per i nostri astronauti: sia Luca Parmitano sia Samantha Cristoforetti, delegata dall’Esa a seguire questo progetto, hanno ottime possibilità di volare verso la Luna».


Tom Cruise

Così come Tom Cruise per la sua prossima “Mission Impossible”?
«Beh, per adesso c’è la dichiarazione del direttore della Nasa, Jim Bridenstine, che si dice felice di collaborare con la star».


Axiom

Ma è una missione possibile per l’attore?
«Perché no, basta pagare. In poco meno di 60 anni, da Gagarin nel 1961 a oggi, in 566 sono decollati verso lo spazio e solo 8 di loro erano “turisti” spendendo anche 60 milioni di dollari come Charles Simonyi che ha persino fatto il bis. Credo che nei prossimi 10 anni il numero degli astronauti raddoppierà grazie all’arrivo dei privati quali Musk, Bezos e Branson attratti dal fascino delle imprese spaziali e dalla space economy, turismo spaziale compreso, che oggi vale 340 miliardi di dollari destinati a diventare 4mila in un decennio».

 


Ecco perché c’è spazio per la stazione privata americana Axiom, che ha persino ingaggiato l’archistella Philippe Starck per gli interni della sua astronave?
«Sì, proprio Axiom ha comprato di recente un volo della Crew Dragon di SpaceX di Elon Musk per il 2021: si ipotizzano almeno 50 milioni di dollari per ognuno dei quattro passeggeri e uno di loro potrebbe essere Tom Cruise. Non è detto che la destinazione sia l’Iss, ma non è da escludere. E in questa occasione potrebbe essere girata parte del film. A ogni modo l’Axiom di Houston punta a realizzare prima moduli da agganciare all’Iss nel 2024, poi una stazione orbitante tutta sua, molto in chiave turistica, quando la stazione internazionale uscirà di servizio». 
 

Ultimo aggiornamento: 2 Novembre, 00:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA