Zanzare tigre, il Cnr: «Con il caldo aumentate e più aggressive, ma non trasmettono il Covid-19»

Giovedì 20 Agosto 2020
Zanzare tigre, la ricerca: «Sono aumentate e più aggressive ma non trasmettono il Covid-19»

Non è una sensazione degli italiani, le zanzare tigre sono aumentate e sono diventate più aggressive anche per il caldo di questa estate rovente. Ma una cosa è certa: non trasmettono il Covid-19. A confermalo  il ricercatore del Cnr Irsa, Istituto di Ricerca sulle Acque di Verbania Pallanza, Diego Fontaneto, in occasione del World Mosquito Day, l'appuntamento dedicato alla lotta alle zanzare e alle malattie trasmesse da questi insetti, la febbre dengue, la febbre del Nilo, fino al Zika, Chikungunya e febbre gialla.

Tutti virus che possono essere portati dalla zanzara tigre, un insetto contro cui l'Italia combatte dal 1990. Arrivata con dei copertoni dagli Usa dove a loro volta erano giunte dall'Asia dell'est, hanno ormai invaso quasi tutta Europa. «In effetti la presenza della Aedes albopictus, la zanzara tigre, è aumentata un pò dappertutto, complici il caldo e l'umidità che hanno favorito la nascita delle larve», spiega il ricercatore, «tutto dipende dal clima, dalle condizioni ambientali locali, dal periodo e da quello che si fa. Stando in un giardino e non farsi mai pungere è praticamente impossibile».

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La prima ondata di insetti è avvenuta già a metà maggio, ma avverte Fontaneto «un bilancio della situazione si potrà fare solo a fine stagione. Le tigri infatti vivono fino a quando le temperature scendono sotto i 10 gradi, il chè significa che se avremo un autunno tiepido si dovrà combattere ancora per diversi mesi». A pungere, ricorda il ricercatore, sono solo le femmine che succhiano il sangue ricco di proteine per lo sviluppo delle uova e non i maschi. Oltre alla tigre, la più fastidiosa perché è piccola ed è attiva praticamente 24 su 24, ci sono circa 70 specie 'made in Italy', di cui quella di risaia (Aedes caspius), l'anofele che portava la malaria e la Culex che di notte ronza nelle orecchie.

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Un ruolo importante ha avuto anche il comportamento umano nella gestione ambientale. Nelle zone di pianura, ad esempio, è stato introdotto il sistema delle risaie 'in asciuttà, chimicamente più pulite senza diserbanti, ma dove i predatori delle zanzare come libellule e rane non riescono più a riprodursi. Il problema è che specie diverse di zanzare prediligono tipi diversi di acqua; per alcune basta quella nei sottovasi per crescere; altre sono abbondanti al mare vicino alle pozze di scogliera; altre si sviluppano nei bidoni di plastica dove si lascia l'acqua a decantare negli orti prima di irrigare.

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Ultimo aggiornamento: 18:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA