L'anno che verrà, i probabili protagonisti del 2023: dal sogno di pace di Zelensky alle sfide dei Carlo

Venerdì 30 Dicembre 2022, 00:42 - Ultimo aggiornamento: 19:51

Sofia Goggia, la classe e la resilienza con vista sui mondiali

Menischi saltati, legamenti crociati rotti, fratture composte e scomposte alle gambe e alle mani, qualche trauma cranico qua e là: quindici anni di agonismo passati così, a vedere chi ha la testa e le ossa più dure, se lei o la pista ghiacciata. E dopo ogni caduta, rialzarsi in fretta, e guarire di corsa, e vincere: «L’adrenalina è il mio antidolorifico», garantisce. Sofia Goggia, 30 anni, è la classe che si fa resilienza, è un’Araba Fenice che risorge continuamente dalle sue stesse ceneri. Non è solo una sciatrice, campionessa olimpica nel 2018 e vincitrice di tre Coppe del Mondo nella discesa libera. È l’atleta italiana che forse più di chiunque altro impersona l’essenza dello sportivo, che non si spaventa di fronte a nessuna avversità, e dalle cadute trae ancora più forza. Nel 2022 ha compiuto un paio di imprese che rimarranno leggendarie: a febbraio l’argento olimpico a Pechino ad appena 23 giorni di distanza da una grave distorsione al ginocchio; a dicembre la vittoria nella discesa libera di St.Moritz, con un tutore alla mano, perché 24 ore se l’era rotta in due punti. Infinita Sofia. Nel 2023, va alla caccia dell’unica vittoria che le sia mai sfuggita: l’oro ai Mondiali, che si disputano a Courchevel in Francia. Poi, dice, punterà alle Olimpiadi italiane nel 2026. Che tempra, ragazzi.

Andrea Sorrentino

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