West Nile, il virus trasmesso dalle zanzare: ricoverato a Modena un uomo di 75 anni

Giovedì 19 Agosto 2021
Virus West Nile, ricoverato a Modena un uomo di 75 anni

A Modena un uomo di 75 anni è ricoverato per infezione da virus West Nile ma le sue condizioni sono in miglioramento. Il Virus del Nilo da puntura di zanzara aveva fatto registrare nel 2020 57 casi contagio e 4 morti.

Ora le autorità sanitaria di Modena invitano i cittadini a non abbassare la guardia e a proteggersi dall'infezione.

Ricoverato per West Nile, condizioni in miglioramento

A Modena un uomo di 75 anni è ricoverato a causa di una infezione da virus West Nile nel reparto di Neurologia, all'ospedale Ramazzini di Carpi. A comunicarlo è l'Ausl di Modena. Le condizioni dell'anziano sono in miglioramento. La stessa Ausl di Modena invita a a non abbassare la guardia contro le zanzare, per contrastare la diffusione dei virus legati alla proliferazione di questo insetto, proprio come il West Nile. In particolare, la zanzara comune (culex pipiens), oltre ad essere particolarmente fastidiosa, può essere portatrice d'infezioni.

Fino ad ora era stato segnalato in Italia solo un caso confermato di infezione da West Nile Virus, manifestato nella forma neuro-invasiva, in Liguria. Il caso italiano aveva rappresenttoa il primo caso segnalato in Europa. Secondo quanto riferisce il bollettino periodico della sorveglianza integrata del West Nile, curato dal Dipartimento di Malattie infettive dell’ISS.

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I casi nel 2020

Secondo i dati Iss dall’inizio di giugno 2020 erano stati segnalati in Italia 57 casi umani confermati di infezione da West Nile Virus (WNV), di questi 39 si sono manifestati nella forma neuro-invasiva (28 in Lombardia, 5 in Emilia-Romagna, 4 in Piemonte, 2 in Veneto), 5 casi come febbre confermata, 13 casi identificati in donatori di sangue. Tra i casi sono stati riportati 4 decessi (1 Piemonte, 1 in Emilia-Romagna e 2 in Lombardia). Nello stesso periodo è stato segnalato il primo caso di Usutu virus in Veneto nella forma neuroinvasiva. 

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Il virus di West Nile

E' dal 1937 che è nota la febbre West Nile (West Nile Fever), malattia provocata dal virus West Nile (West Nile Virus, Wnv), un virus della famiglia dei Flaviviridae isolato per la prima volta in quell'anno in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome). Il virus - è scritto nel sito Epicentro, portale dell'epidemiologia per la sanità pubblica - è diffuso in Africa, Asia occidentale, Europa, Australia e America.

Incubazione e sintomi


Il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

 

Diagnosi


La diagnosi viene prevalentemente effettuata attraverso test di laboratorio (Elisa o Immunofluorescenza) effettuati su siero e, dove indicato, su fluido cerebrospinale, per la ricerca di anticorpi del tipo IgM. Questi anticorpi possono persistere per periodi anche molto lunghi nei soggetti malati (fino a un anno), pertanto la positività a questi test può indicare anche un’infezione pregressa. I campioni raccolti entro 8 giorni dall’insorgenza dei sintomi potrebbero risultare negativi, pertanto è consigliabile ripetere a distanza di tempo il test di laboratorio prima di escludere la malattia. In alternativa la diagnosi può anche essere effettuata attraverso Pcr o coltura virale su campioni di siero e fluido cerebrospinale.

Prevenzione


Non esiste un vaccino per la febbre West Nile. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare. Pertanto è consigliabile proteggersi dalle punture ed evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente:

  • usando repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe quando si è all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto
  • usando delle zanzariere alle finestre
  • svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori (per esempio i secchi) con acqua stagnante
  • cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali
  • tenendo le piscinette per i bambini in posizione verticale quando non sono usate.

Terapia e trattamento

Non esiste una terapia specifica per la febbre West Nile. Nella maggior parte dei casi, i sintomi scompaiono da soli dopo qualche giorno o possono protrarsi per qualche settimana. Nei casi più gravi è invece necessario il ricovero in ospedale, dove i trattamenti somministrati comprendono fluidi intravenosi e respirazione assistita.

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