Sesso, nuova protesi contro l'impotenza impiantata a un 22enne a Napoli: «Ora potrà avere rapporti completi»

Giovedì 24 Ottobre 2019
Sesso, nuova protesi contro l'impotenza impiantata a un 22enne a Napoli: «Ora potrà avere rapporti completi»

Una disfunzione erettile permanente, tale da impedire il rapporto sessuale, è stata risolta con una nuova protesi impiantata a un 22enne a Napoli. E i medici sono fiduciosi: «Ora il giovane potrà avere rapporti completi». Il ragazzo di 22 anni è nato con una rara malattia che, oltre a compromettere la funzionalità dell'apparato genito-urinario, gli impediva di avere rapporti sessuali, condannandolo all'impotenza. A illustrare l'intervento subito da un «giovane lombardo a Napoli» è Vincenzo Mirone, primario di Urologia del Federico II, che insieme a David Ralph dell'Andrology Unit University College Hospital London ha operato il ragazzo, impiantando un nuovo tipo di protesi al 22enne.

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All'origine del problema del giovane, una malformazione congenita rarissima dell'apparato uro-genitale, che riguarda nel mondo 1 persona su 100 mila. «Il paziente - spiega Mirone - era nato con una megalouretra congenita, una rarissima malformazione urogenitale caratterizzata dalla dilatazione e dall'allungamento dell'uretra del pene associata con una disgenesia dei corpi cavernosi, i responsabili dell'erezione. La malattia causa un incompleto svuotamento delle urine, disfunzione erettile permanente, tale da impedire il rapporto sessuale, e infine una grave insufficienza renale».

Il rarissimo difetto congenito ha richiesto più interventi chirurgici, il primo a 6 mesi di vita; a seguire tre trapianti di rene effettuati tra mille precauzioni, perché il ragazzo è affetto anche da trombofilia, un grave problema della coagulazione del sangue, che con facilità può determinare la formazione di trombi che possono arrecare gravissimi danni all'organismo, come si legge in una nota.

Proprio durante uno dei numerosi ricoveri per i controlli pos-trapianto il ragazzo è venuto a sapere dal suo medico della possibilità di ricorrere alla protesi peniena. «Ha fatto richiesta da noi, e abbiamo eseguito per la prima volta in Italia su un paziente affetto da megalouretere l'impianto di una protesi peniena bicomponente, che provoca un'erezione del tutto simile a quella fisiologica», assicura Mirone. «La 
protesi è definitiva, non dovrà essere sostituita. Insomma, con questo intervento la storia si è chiusa».

«L'impianto - precisa l'urologo - si basa sull'inserimento, all'interno dei corpi cavernosi del pene, di due cilindri cavi collegati a una piccola pompa di attivazione posta all'altezza dello scroto e a un serbatoio contenente del liquido. L'uomo può così ottenere un'erezione quando vuole, con sensibilità e capacità di orgasmo, premendo la pompetta: in questo modo il liquido contenuto nel serbatoio si trasferisce ai cilindri e il pene si indurisce. Premendo di nuovo, il liquido passa dai cilindri al serbatoio e il pene ritorna in condizione di riposo».

A 10 mesi dall'intervento (in cui sono stati ricostruiti anche i corpi cavernosi malformati del pene) il giovane «è pienamente soddisfatto, gode di buona salute, può avere rapporti sessuali», conclude lo specialista. Secondo recenti statistiche, ogni anno in Italia circa tremila uomini soffrono di grave disfunzione erettile che non risponde alle 'pillole dell'amore', e avrebbero bisogno di una protesi peniena.
Ma solo pochi di loro posso operarsi, ricordano i medici.

 
 

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