ANCONA - Agli Ospedali Riuniti si procede (viaggia) a doppia velocità. Si corre con le terze dosi, lungo le quattro linee dell’hub vaccinale organizzato, a Torrette, negli ampi spazi dell’aula Toti. Si frena sul fronte del contenimento della pandemia. Nelle ultime 48 ore tre pazienti non sono sopravvissuti alla recrudescenza del Covid.
Martedì in terapia intensiva è morto un uomo di 48 anni, di Vallefoglia: gravato da altre patologie, non era vaccinato.
Il neonato
Non schiva il nuovo, seppur meno virulento, schiaffo pandemico il pediatrico. Al Salesi, dove i positivi ricoverati sono saliti a quattro, un bimbo di Loreto, venuto al mondo il 30 ottobre, emette i suoi primi vagiti in rianimazione. Nonostante le sue condizioni siano critiche non sarebbe in pericolo di vita. La mamma positiva è stata sistemata in malattie infettive. I due non sono mai usciti di lì. In sintesi, dei 33 posti letto riconvertiti alla cura del virus, tra la struttura di via Conca e il pediatrico, ieri ne erano occupati 25 in tutto. Un livello d’allerta che per ora non verrà ritoccato al rialzo.
Il confronto
Contiene l’effetto-smottamento Antonello Maraldo. «Mercoledì scorso - riordina i passaggi obbligati - abbiamo riunito la nostra unità di crisi interna per esaminare l’evolversi della situazione. Un confronto dal quale è emersa la sintesi: non innalzare il grado d’allarme. Il monitoraggio, tuttavia, è strettissimo». Il che si traduce, per voce diretta del direttore ammistrativo: «Siamo pronti a reagire subito qualora la situazione dovesse peggiorare. Non possiamo restare indifferenti alle notizie sull’impennata dei contagi che arrivano dall’Europa dell’est e della Germania». Un essere al culmine dell’attenzione che, a Torrette, è un agire, netto: spingere al massimo sulle vaccinazioni. Dal 27 dicembre 2020, il V-day, data d’inizio della campagna d’immunizzazione, sono state somministrate 76.204 dosi: 38.057 prime, 35.499 seconde e 2.648 terze. Maraldo aggiorna il dato ricordando che ieri si è viaggiato al ritmo di 370 di quelle pozioni per debellare un virus che non dà tregua da oltre un anno e mezzo. «Continuiamo convinti con la pratica degli open day, la formula che consente di recarsi al centro senza prenotazione, perché favorisce l’approccio all’immunizzazione». Con un doveroso distinguo: «Questi numeri importanti - è il nota bene del direttore - sono sostenuti dalla partecipazione di massa dei nostri sanitari alla campagna pro-terza dose».
La determina
Un fronte compatto, i cui perimetri sono incisi dalla legge 76, che recepisce il decreto 44 di aprile: profilassi obbligatoria per chi è impegnato in corsia. A parte qualche fenditura, che ne mette in ombra la coesione. È di ieri pomeriggio l’ultima determina firmata dai tre direttori, Caporossi-Maraldo-Pasqualucci, con la quale scatteranno altre sei sospensioni no vax. Un medico, tre operatori socio-sanitari e due infermieri che non ne hanno voluto sapere della campagna d’immunizzazione per sfiancare il Covid. La storia si ripete: due giorni di ferie d’ufficio e poi l’allontanamento dall’attività, con il blocco dello stipendio. Fino al 31 dicembre, a meno di un ripensamento della scelta fatta. Niente sconti.