Stava male. Aveva la febbre e il Covid. E così Jonathan Mangone, 39 anni, dipendente in un supermercato di Livorno, è morto sabato scorso in ospedale.
Fratellone il gigante buono sempre disponibile e ci stava per tutti non credo ancora perché io mio cervello se spento...
Pubblicato da Romolo Mangone su Sabato 7 novembre 2020
I familiari hanno annunciato che presenteranno un esposto in procura per sapere la verità. «Ha patito troppo prima di morire, faremo un esposto in procura. Il medico, giovedì scorso, ci ha risposto che non fosse stato meglio lunedì gli avrebbero fatto il tampone e che per il momento bastava segnare eparina, cortisone e antibiotico», ha raccontato al quotidiano la cugina Emanuela Manetti. Conosciutissimo in città, Jonathan Mangone lavorava ai Penny Market di via Cimarosa e viale Petrarca. «Un ragazzo solare e pieno di vita – così il fratello Romolo – e io, pur non essendo un medico, credo che se ci fosse stato il modo di fargli fare il tampone subito, quando lo avevamo chiesto, forse le cose potevano andare in maniera diversa. Quantomeno poteva essere ricoverato in ospedale. Se aveva altre patologie? Fino all’anno scorso ha giocato a calcetto, gli amici lo sanno, era solo sovrappeso. No, non aveva malattie. Francamente non essendo un dottore non so quanto possa aver influito, comunque ci hanno detto di avergli fatto il tampone in ospedale e che è risultato positivo». Il fratello di Jonathan – il "gigante buono" per i suoi cari – ha affidato anche a Facebook il suo dolore per l'improvvisa perdita: «Sempre disponibile e c'era per tutti», così lo descrive in un post, «è un incubo, un brutto sogno, mi mancherai».
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