Green pass, Piero Angela: «Al ristorante non me lo chiedono ma io pretendo il rispetto delle regole»

Il divulgatore: le verifiche sono nell'interesse di tutti, abbiamo già sofferto abbastanza per la pandemia

Mercoledì 24 Novembre 2021 di Ilaria Ravarino
Piero Angela: «Al ristorante non mi chiedono il Green pass ma io pretendo il rispetto delle regole»

«Il Green pass? I locali devono controllarlo. È sempre importante rispettare le regole, ma in questo momento ancora di più: non possiamo lasciarci travolgere dalla quarta ondata». A dirlo è Piero Angela, giornalista e divulgatore, che dall’alto dei suoi 92 anni ha le idee chiarissime su come si dovrebbe reagire alla nuova emergenza Covid.

E su come ci si possa difendere nel caso ci si imbatta in commercianti o ristoratori che non rispettano le regole. «Poco tempo fa sono andato a mangiare in un ristorante a Roma, in una giornata in cui il locale era particolarmente frequentato. Il cameriere, per far prima, non mi ha controllato il Green pass. Ho provato a richiamarlo, ma niente. A quel punto credo di aver anche gridato. Ho preteso civilmente, e infine ottenuto, il controllo: non bisogna mai vergognarsi di chiedere il rispetto delle norme».  Può capitare, come accaduto allo stesso Angela, che il locale sia molto affollato e che la procedura di controllo rallenti l’accesso. Ma la fila all’ingresso non è un alibi, e non consente in nessun caso di saltare il controllo.

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La salute da tutelare

«I gestori devono tutelare la salute dei loro clienti. E se questo non avviene, sta a noi segnalarlo. Parlare di protezione nei luoghi pubblici è altamente inutile, se poi non si procede al controllo». E pazienza se qualcuno si irrita solo a sentir parlare di Green pass: «Io la capisco anche l’irritazione, può succedere e ho rispetto per chi lavora in un locale e deve gestire situazioni a volte anche complesse. Ma il controllore deve controllare, punto. Più che irritarsi, sarebbe il caso di rendersi conto che questi controlli vengono fatti nell’interesse dei clienti». 

Persino Angela, da più di 50 anni alla guida delle trasmissioni scientifiche più amate e seguite dagli italiani, fatica a comprendere la riluttanza di chi «rifiuta di tutelarsi contro la malattia. Abbiamo visto che chi non rispetta le regole di igiene e non si vaccina rischia più degli altri. Mi stupisce come questa evidenza, pur documentata, non induca le persone incerte ad avere paura di una morte nove volte più vicina a loro che agli altri». Guidati da una sorta di «pensiero magico pseudoscientifico», i ribelli alle regole sanitarie anti Covid «hanno un atteggiamento completamente irrazionale, paragonabile a quelli che ho studiato in tanti anni di attività nel CICAP (l’associazione per il controllo sulle pseudoscienze, di cui è presidente e fondatore, ndr), che resiste anche di fronte all’evidenza. Per fortuna si tratta di una minoranza: personalmente spero che arrivino ulteriori restrizioni per chi si oppone». 

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Chi possiede un locale, inoltre, secondo Angela avrebbe una ragione in più - oltre alla tutela della salute dei propri clienti - per impegnarsi affinché il virus non si propaghi, specialmente ora: «l’economia. Soprattutto nel periodo natalizio abbiamo bisogno che le nostre attività siano efficienti, che i turisti non abbiano paura a frequentarle, che le famiglie spendano in serenità durante il loro tempo libero. Abbiamo già sofferto abbastanza, non mi pare il momento di subire di nuovo una crisi legata alla pandemia». E come ogni bravo divulgatore, il giornalista Rai non rinuncia a spiegare, ancora una volta, le basi del problema: «Se vaccinarsi è come allacciarsi la cintura di sicurezza, o attivare l’airbag in macchina, avere il Green pass è come fare l’assicurazione: è un foglio senza il quale non puoi circolare, perché se investi qualcuno e non sei assicurato sono guai. Bene: se nessuno si lamenta che il vigile controlli l’assicurazione, perché non dovrebbe essere lo stesso con il Green pass?».

Ultimo aggiornamento: 14:51 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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