I don't trust this hospital. «Non mi fido di questo ospedale», denunciava in un video la dottoressa Susan Moore durante il ricovero negli Usa, nello stato di Indiana: la foto simbolo che sta facendo il giro del mondo è quella di lei, a letto, con un tubo dell'ossigeno collegato al naso. «Non è così che si trattano i pazienti». La donna, 52 anni e un figlio di 19, era in cura per Covid-19 presso l'Indiana University Hospital North, ed è morta a causa del virus questa settimana.
Dr. Susan Moore died today from COVID, but HOW she died is unacceptable. She posted a video to Facebook from an Indiana hospital days before her death about mistreatment. "This is how black people get killed when you send them home and they don't know how to fight for themselves" https://t.co/iSF8rs7qmI pic.twitter.com/3a8qE6DhN3
— Cleavon MD (@Cleavon_MD) December 22, 2020
La Moore era risultata positiva al coronavirus il 29 novembre con sintomi gravi, come febbre alta, respirazione affannata e addirittura tosse con sangue. Aveva raccontato la dura battaglia che aveva dovuto affrontare per ottenere cure da medici e «infermieri bianchi» in ospedale, inclusa «l'elemosina per ottenere il farmaco antivirale Remdesivir» e l'attesa per ore per i normali farmaci antidolorifici. Oltre alla la richiesta di una Tac al torace per dimostrare che il suo dolore fosse reale.
Black doctor in Indiana dies of COVID-19 after publicly complaining of racist treatment at hospital https://t.co/jNDh6amFvD
— CBS News (@CBSNews) December 26, 2020
«La scansione ha rilevato gravi problemi ai polmoni e linfonodi infiammati», aveva detto, ma «attendo da ore i farmaci antidolorifici. Tutto quello che so è che provo un dolore intenso», spiegava Susan in questo video straziante, aggiungendo che il dottore «ha minimizzato il mio dolore. Mi ha fatto sentire come se fossi una tossicodipendente, e sapeva pure che ero un medico». Susan aveva anche chiesto di essere trasferita in un altro ospedale, ma le fu detto che, al massimo, poteva tornare a casa. «Questo è il modo in cui i neri vengono uccisi», denunciava la Moore.
«Sostengo che se fossi bianco, non avrei passato tutto questo: il dottore non si è mai scusato», recitava ancora nel video. Alla fine Susan fu rimandata a casa, ma meno di 12 ore dopo ebbe un picco di febbre e la sua pressione sanguigna precipitò, così tornò in ospedale. «Quelle persone stavano cercando di uccidermi. Ora mi stanno curando per una polmonite batterica e per la polmonite Covid». La donna però, è morta il 22 dicembre dopo essere stata ricoverata in un altro ospedale. La storia di Moore è diventata popolare negli Usa, poiché «i neri americani hanno 4,7 volte in più di probabilità di essere ricoverati con Covid-19 rispetto ai bianchi americani e tre volte in più di probabilità di morire a causa del virus», hanno certificato diversi studi scientifici americani.
Weeks after Dr. Susan Moore posted a video accusing a white doctor of downplaying her complaints of pain, she died of complications from Covid-19. Moore’s case has renewed calls to grapple with biased medical treatment of Black patients.https://t.co/XKmuaOkNex
— The New York Times (@nytimes) December 24, 2020
Covid a Reggio Emilia, morta a 21 anni Martina Bonaretti: «Era una ragazza dal cuore d'oro»
Covid, muore 39enne di San Salvo, in primavera Alessio aveva superato il virus
Covid Usa, studentessa malata trovata morta nella sua camera: «Era sola in quarantena»