Covid a Rovigo, il dramma di un poliziotto di 57 anni: non si poteva vaccinare per una trombosi, muore per il virus

L'agente era stato colpito dalla trombosi un anno fa, non era un No vax

Mercoledì 24 Novembre 2021 di Francesco Campi
Covid a Rovigo, il dramma di un poliziotto di 57 anni: non si poteva vaccinare per una trombosi, muore per il virus

ROVIGO - Altre due vite spezzate dal Covid. Due persone che avrebbero avuto ancora altri anni davanti a loro, se non avessero incontrato il virus che dallo scorso febbraio sta seminando lutti in successione. A spegnersi, una donna di 63 anni di Porto Viro e un uomo di 57, di Rovigo. Un poliziotto in servizio alla Questura di Rovigo, Paolo Aggio, un volto ben conosciuto da quanti, per qualsiasi motivo, si siano trovati a entrare nel palazzo di piazzale Consigli, essendo uno degli agenti che lavoravano in portineria, dopo essere stato in precedenza in forza alla Stradale. La sua scomparsa lascia un segno profondo in tutto il personale della polizia rodigina e in quanti hanno avuto la fortuna di conoscerlo e di poter apprezzare la sua generosità.

Poliziotto non vaccinato, morto di Covid

 

Non era vaccinato, ma non perché fosse un no-vax, quanto piuttosto perché qualche anno fa era stato colpito da una trombosi. Purtroppo, nonostante le sue attenzioni, un contagio familiare lo ha visto ammalarsi in modo serio e venire ricoverato già il 6 novembre, in Area medica Covid al San Luca, per essere poi trasferito nei giorni scorsi, in seguito a un peggioramento, in Terapia intensiva, dove ieri si è poi spento. La 63enne portovirese era invece ricoverata in Area medica e anche lei non aveva ricevuto nemmeno una dose di vaccino.

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Dall’inizio della settimana sono state ben quattro le persone che si sono spente a causa del virus in Polesine, in meno di 48 ore, tutte non vaccinate. Anche il bollettino di sabato aveva riportato un duplice decesso, con il tragico bilancio di novembre che si fa sempre più pesante, essendo arrivati a 13 i polesani che si sono spenti nel mese in corso, oltre a un ulteriore paziente ricoverato a Trecenta, residente in Sicilia e domiciliato in provincia di Verona. In tutto i decessi Covid nella provincia, da inizio epidemia sono arrivati a 549, 316 dei quali nell’anno in corso.

IL FOCOLAIO

Intanto si allarga il numero di persone contagiate nel focolaio divampato nell’ospedale di comunità di Adria, con altre due pazienti risultati positivi negli ulteriori giri di screening eseguiti a intervalli regolari. Salgono a sette i pazienti trovati positivi nel cluster adriese, oltre a un Oss del reparto. Anche per questo salgono a 33, nonostante i due decessi, i ricoverati totali per Covid: sono arrivati a 15 i pazienti in Area medica e semintensiva pneumologica al quarto piano dell’ospedale di Trecenta, mentre sono scesi a due quelli in Terapia intensiva. Stabili a quattro i pazienti in Malattie infettive all’ospedale di Rovigo, mentre oltre ai dieci pazienti dell’ospedale di comunità Covid, ci sono i due pazienti dell’ospedale di comunità “ordinario” di Adria, in attesa di trasferimento a Trecenta.

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Dal punto di vista dei contagi, ieri si è registrato un lieve rallentamento, perché le nuove positività emerse, 44, sono state surclassate dalle guarigioni di giornata, ben 51. Il numero totale dei polesani con positività in corso subisce una leggera contrazione, attestandosi a 538, mentre sono 1.447 le persone in isolamento domiciliare con sorveglianza attiva. Tuttavia, dei nuovi contagi di giornata solo 17 erano già stati tracciati e isolati preventivamente. Lunedì, primo giorno della settimana, sono stati oltre 4mila i tamponi eseguiti, che sommati agli oltre 5mila di domenica, arrivano a circa 10mila in due giorni. Un numero enorme, che è in buona parte dovuto ai tamponi eseguiti dai non vaccinati che devono rinnovare il Green pass, ma anche da quanti presentano sintomatologia compatibile con il Covid, vista l’enorme circolazione di influenze e parainfluenze stagionali.
Intanto, mentre arriva un’ulteriore accelerata sul fronte delle dosi booster, con l’accorciamento a cinque mesi dell’intervallo dall’ultima somministrazione, le terze dosi somministrate in Polesine sfiorano già quota 18mila.

 

Ultimo aggiornamento: 25 Novembre, 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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