Coronavirus, vaccino Pomezia-Oxford: «Test incoraggianti, a settembre potrebbe partire la produzione»

Martedì 28 Aprile 2020
Coronavirus, vaccino, l'università di Oxford: «Test incoraggianti, a settembre potrebbe partire la produzione»

Vaccino anti coronavirus, l'ultimo passo sarà l'esame dei test sulle scimmie effettuati da un mese affiancati a quelli avviati in questi giorni sugli uomini. Si tratta dei macachi (rhesus macaque) che hanno Dna simile a quello dell'uomo. Poi, incrociando  questi dati, il team dell'Università di Oxford potrà rompere le riserve e pubblicare i risultati di quella che appare come la ricerca più avanzata sull'antidoto al Covid-19 elaborato in Italia dalla Advent-Irbm di Pkmezia insieme col Jenner Institute della Oxford University. Quella che, sperano, gli scienziati, possa permettere di iniziare la produzione del vaccino in vasta scala già a settembre.  

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La professoressa Sarah Gilbert ha dichiarato al Times di "essere ottimista all'80%". E che se arriverà il via libera finale da parte delle autorità sanitarie "i primi milioni di dosi di vaccino potrebbero essere disponibili a settembre".


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Il vaccino sfrutta una parte del suo genoma del Covid-19 unita a un virus non pericoloso: l'organismo è spinto così a potenziare il sistema immunitario per proteggersi in caso di contagio.

Gli scienziati dell'Istituto Jenner di Oxford sembrano avanti rispetto alle migliaia di colleghi di tutto il mondo perché avevano già ottenuto ottimi risultati con un altro tipo di coronavirus. Questo ha permesso loro, riporta il New York Times, di mettere in programma in piena sicurezza anche 6mila test su persone, un numero assai elevato rispetto a quello disponibile agli altri laboratori.

Determinanti sono i risultati dei test effettuati a Oxford su sei macachi ai quali 28 giorni fa - racconta il professor Vincent Munster al Times - è stato inoculato il prototipo del vaccino prima di "essere esposte a grandi quantità di coronavirus, ma poi le scimmie non hanno manifestato alcuna patologia".

Importante sarà la reazione a questi risultati della comunità scientifica internazionale una volta che sarà possibile esaminarli sulle pubblicazioni perché ogni giorno aumenta la massa dei dati su queste ricerche. Alla finestra ci sono anche le case farmaceutiche nonché i filantropi come Bill Gates che si è detto pronto a finanziare le ricerche dell'Università di Oxford.


 

Ultimo aggiornamento: 29 Aprile, 18:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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