Terza dose di vaccino, in Israele la positività crolla dell'84%: il richiamo è un successo

Mercoledì 1 Settembre 2021, 11:08 - Ultimo aggiornamento: 17:25

La ricerca

Fino a questo momento il problema principale, come ha sottolineato il virologo Francesco Broccolo dell’Università di Milano Bicocca, è che «sulla terza dose non ci sono dati pubblicati, neanche un lavoro scientifico consultabile, e di conseguenza non è non possibile dire che il richiamo possa far aumentare il titolo di anticorpi neutralizzanti e non è scontato che ciò che possa avvenire». Nella storia delle vaccinazioni, ha spiegato, «mai ci sono stati vaccini di richiamo ravvicinati nel tempo allo scopo di aumentare il titolo degli anticorpi». Non ha questa funzione nemmeno il vaccino contro l’influenza, che serve invece a generare anticorpi verso un nuovo ceppo di virus influenzale. Ma ora a colmare il vuoto c’è la ricerca, diffusa martedì prima della revisione e della pubblicazione, degli esperti guidati da Daniel M. Weinberger, professore associato di epidemiologia presso la Yale school of public health di New Haven, Connecticut. Il gruppo di studio ha valutato l’efficacia di un richiamo di siero Pfizer BioNTech contro l’infezione da variante Delta e i risultati indicano che il progressivo calo di protezione indotta dal vaccino contro il Covid può essere contrastato a breve termine da una terza dose. Gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri Paesi hanno annunciato l’intenzione di somministrare una terza dose per combattere la mutazione man mano che i livelli di anticorpi diminuiscono nelle persone vaccinate all’inizio della pandemia.

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