Cuore, dopo l'angioplastica donne a rischio più degli uomini: ecco perché. Lo studio

Martedì 7 Marzo 2023, 22:20 - Ultimo aggiornamento: 9 Marzo, 13:50

IL PERICOLO


A 10 anni dall’esecuzione dell’intervento la mortalità è stata del 18,5% nelle donne e del 14,3% negli uomini, anche se tale differenza si riduceva notevolmente considerando l’età più tarda in cui si faceva l’angioplastica nelle donne. Esse avevano comunque un aumentato rischio d’infarto nel primo mese post angioplastica e venivano meno sottoposte a nuovi interventi rispetto ai maschi. Tale differenza discriminatoria è peraltro presente non solo per l’angioplastica, ma in numerose pratiche terapeutiche o interventistiche della cardiopatia ischemica. Il registro Get with the Guidelines-Coronary Artery Disease, che ha analizzato i dati di oltre 31.500 pazienti con infarto miocardico per l’American Heart Association, ha infatti evidenziato che la qualità delle terapie impiegate nelle donne, sia giovani che anziane, era inferiore a quella usata negli uomini a parità di età e gravità di malattia. E inoltre nelle sindromi coronariche acute l’intervallo tra dolore toracico e inizio di terapia era più lungo nella donna (e quindi maggiore era il danno per cuore). Difficile stabilire se tale ritardo fosse dovuto alla minore attenzione data alle donne, oppure alla diagnosi più difficile nel sesso femminile (l’interpretazione di alcuni esami quali l’elettrocardiogramma o il test da sforzo è meno affidabile nelle donne) o magari più probabilmente al fatto che le donne si presentano in ospedale più tardi. Vi è infatti da considerare che nelle donne vi sono numerosi fattori che causano il ritardo.

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