Verona, lectio magistralis per i caregivers professionali e familiari

Mercoledì 1 Marzo 2023
Verona, lectio magistralis per i caregivers professionali e familiari

Con una popolazione sempre più anziana e che vive sempre più a lungo, tutti siamo, o saremo nel breve periodo, dei "caregivers": ci dovremo prendere cura, o dovremo affidare ad altri questo delicato compito, dei nostri anziani. 

Aiutare chi aiuta gli anziani, in particolare le persone affette da malattie degenerative del cervello, è proprio l'obiettivo dell'incontro "Rilassarsi e intrattenere rapporti: musica danza" che si svolgerà giovedì 2 marzo dalle 17 alle 19 presso l'Istituto Comprensivo 06 Chievo-Bassona, Via Puglie 7, Verona. 

Si tratta di una vera e propria sessione di formazione condotta dal Professor Alberto Oliverio, neuro-scienziato fra i maggiori studiosi internazionali di psicobiologia e neuroscienze e con una rara capacità divulgativa che rende ancora più efficaci i suoi insegnamenti.

L'intento è fornire ai caregivers, professionali o familiari che siano, adeguati strumenti che consentano loro di occuparsi delle persone con malattie degenerative in modo efficace, migliorando sia la propria qualità di vita e/o lavoro sia quella degli assistiti. Oliverio spiegherà come la danza, la musica e il movimento siano attività in grado di stimolare, ad ogni età, determinate aree del cervello e rafforzare l'identità sociale e relazionale delle persone.


L'incontro - organizzato nell'ambito del progetto europeo Re-mind dal Polo Europeo della Conoscenza, rete di formazione permanente con sede a Verona e che opera a livello nazionale ed internazionale - è aperto a tutti e gratuito, previa registrazione su https://www.europole.org/il-risveglio-cognitivo-nellanziano/

L'insorgenza delle malattie degenerative nella popolazione anziana


Secondo il rapporto annuale ISTAT 2022 l’Italia continua ad invecchiare a causa della bassa fecondità e di una longevità sempre più marcata; gli anziani dai 65 anni di età in poi sono oltre 14 milioni - 3 milioni in più rispetto a venti anni fa - e pari al 23,8% della popolazione totale. 
Si stima che tra 20 anni, nel 2042, gli anziani saranno quasi 19 milioni, il 34% della popolazione.

I dati dicono anche che oggi in Italia ci sono, nella fascia anziana della popolazione, 1,2 milioni di persone affette da una qualche forma di demenza. Tra meno di 20 anni le persone che andranno incontro a forme di patologia invalidanti del sistema nervoso saranno oltre 2 milioni e mezzo.

"Una grande sfida per il paese - spiega il Prof. Oliverio - sia per quanto riguarda il benessere della popolazione, sia per quanto riguarda l'aspetto delle spese sanitarie. Considerando anche che si tratta spesso di "giovani-anziani", persone tra i 65 e i 70 anni - quindi potenzialmente ancora attive e proattive - che invece si trovano a vivere problemi nella loro quotidianità e che necessitano di assistenza a lungo termine: le sindromi degenerative del cervello colpiscono, infatti, la sfera del linguaggio, dell'emotività, della motricità, dell’orientamento, della memoria, determinando un cambiamento significativo della vita di chi ne soffre e anche in quella di chi cerca di essere d’aiuto e sostegno. "Applicando invece forme di supporto delle persone quando il loro cervello è ancora plastico e ricettivo - prosegue Oliverio - si potrebbe posporre l'insorgenza di queste sindromi degenerative progressive, tra cui la demenza e l'alzheimer, consentendo una vita più serena e soddisfacente alle persone anziane e a chi si occupa di loro".

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