Vaccini, Ue: entro l'estate dosi per immunizzare il 70% degli adulti. In tutto avremo 8 sieri anti-Covid

Lunedì 1 Febbraio 2021
Vaccini, Ue: entro l'estate dosi per immunizzare il 70% dei cittadini europei

Al netto dei tagli nelle consegne annunciati da Astrazeneca, la Ue conta di avere dosi di vaccino a sufficienza per raggiungere il 70% di persone immunizzate entro l'estate.

Lo ha detto la negoziatrice per i vaccini dell'Unione europea, Sandra Gallina, in un'audizione alla commissione Bilanci dell'Eurocamera, aggiungendo che l'Europa, se le sperimentazioni in corso arriveranno ai risultati auspicati, avranno otto vaccini da mettere in campo contro il Covid. 

In Ue «avremo tutto l'ammontare di dosi per raggiungere il target del 70% di vaccinazioni entro l'estate», ha spiegato Gallina, sottolineando che solo nel secondo trimestre arriveranno «300 milioni di dosi» da aggiungere ai «100milioni del primo». Sarà perciò possibile aver immunizzato all'incirca 200 milioni di persone, già alla fine del secondo trimestre. Il taglio della produzione delle dosi di vaccino di AstraZeneca, «ridotta al 25-30% rispetto a quanto previsto, crea un vero problema per il programma degli Stati membri nel primo trimestre. Perché era il vaccino per il quale si prevedevano consegne massicce». 

Per vaccini e terapie Covid «abbiamo già pagato 2,372 miliardi». Di «750milioni aggiuntivi per il 2020-2021, abbiamo speso 333 milioni. Restano 416 milioni che finanzieranno altri 2 vaccini: il settimo e l'ottavo saranno Novavax e Valneva», ha aggiunto Gallina. I vaccini del portafoglio Ue sono: AstraZeneca, Sanofi, Johnson e Johnson, Biontech, Curevac, Moderna, Novavax e Valneva. Gallina ha aggiunto che fondi aggiuntivi servono per lo studio delle varianti del virus.

Vaccini: Kiriakides (Ue): ci attendono mesi impegnativi

«I mesi a venire saranno impegnativi. Dobbiamo tutti continuare a lavorare insieme con solidarietà per trovare soluzioni e instaurare fiducia, con l'unico obiettivo di fornire i vaccini ai cittadini il più rapidamente possibile. La Commissione Ue farà la sua parte», scrive su Twitter la commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, al termine del vertice sui vaccini organizzato dalla cancelliera tedesca Angela Merkel con i governatori dei Laender. La commissaria riferisce di avere illustrato ai rappresentanti regionali gli sforzi fatti da Bruxelles per sostenere la produzione e l'approvvigionamento di vaccini sicuri ed efficaci per i cittadini europei e per quelli dei Paesi partner.

Ad oggi nell'Ue «sono state consegnate 18,5 milioni di dosi di vaccino e sono stati somministrati oltre 12 milioni di vaccini», ha ricordato Stella Kyirakides parlando al vertice. Entro la fine dell'estate «possiamo arrivare al 70% di vaccinazione della nostra popolazione adulta con il consenso di tutti i 27 Stati membri», ha aggiunto, rassicurando che l'Ue avrà «dosi sufficienti per tutti i nostri cittadini». Tuttavia, la commissaria ha insistito sulla necessità di «lavorare per soluzioni strutturali per il futuro, su un'Unione europea della sanità, dotata di un'Autorità per la risposta e la preparazione alle emergenze sanitarie, l'equivalente del BARDA statunitense». «Questo - ha concluso - può fare la differenza».

Oms: 200 vaccini in fase di sviluppo

«A dicembre 2020 ci sono oltre 200 candidati vaccini anti-Covid in fase di sviluppo. Di questi, almeno 52 sono in sperimentazione sull'uomo e molti altri attualmente in fase 1 o 2 di ricerca». A fare il punto sui prodotti scudo in corsa è l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) in un tweet, in cui tira le somme sul maxi sforzo di ricerca affrontato da numerosi gruppi di ricerca a ogni latitudine per combattere il virus della pandemia.

«Avere molti e differenti vaccini in sviluppo aumenta le chance che ce ne siano uno o più di successo», sottolinea l'Oms che ha pubblicato un focus per informare le persone sullo sviluppo e la distribuzione dei vaccini, chiarendo anche le differenze fra i vari tipi di prodotti: quello che si basa sul patogeno inattivato (richiede speciali strutture di laboratorio per far crescere il virus o il batterio in modo sicuro, e può avere un tempo di produzione relativamente lungo e probabilmente richiederà la somministrazione di due o tre dosi); quello che usa una versione vivente ma indebolita del virus; il vaccino che utilizza come vettore un altro virus sicuro per veicolare proteine del germe contro il quale si vuole innescare una risposta immunitaria, senza causare malattia.

C'è infine l'appoccio delle subunità, che utilizza solo parti molto specifiche di un virus o batterio che il sistema immunitario deve riconoscere, non contiene l'intero microbo né utilizza un virus sicuro come vettore. Oppure si usa un virus sicuro per fornire sottoparti specifiche - chiamate proteine ​​- del germe di interesse in modo che possa innescare una risposta immunitaria senza causare malattie. E c'è l'approccio genetico, cioè un vaccino con acido nucleico basato sull'utilizzo solo di una sezione di materiale genetico che fornisce le istruzioni per proteine ​​specifiche, non l'intero microbo (nelle cellule umane il Dna viene prima trasformato in Rna messaggero, che viene quindi utilizzato come modello per produrre proteine ​​specifiche).

Ultimo aggiornamento: 2 Febbraio, 10:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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