Vaccino Covid: protezione, effetti collaterali, immunità di gregge: tutto quello che non sappiamo

Sabato 26 Dicembre 2020 di Graziella Melina
Vaccino Covid: protezione, effetti collaterali, immunità di gregge: tutto quello che non sappiamo

Il vaccino Pfizer, il primo che verrà somministrato in Italia, e poi quello di Moderna, che dovrebbe essere autorizzato dall’Ema, l’agenzia regolatoria europea a gennaio, hanno superato l’esame della sicurezza e dell’efficacia. Eppure, secondo gli esperti, serviranno ancora altri studi per chiarire diverse questioni. «Noi sappiamo che entrambi i vaccini hanno azione protettiva nei confronti della malattia - spiega Francesco Menichetti, ordinario di malattie infettive dell’università di Pisa e direttore di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera universitaria pisana - quindi il vaccinato avrà una significativa protezione pari a circa il 90-95 per cento.

Non è ancora acclarata con certezza invece la capacità di prevenire il contagio, l’infezione e quindi la diffusione del Sars Cov 2».

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LA DURATA DELLA PROTEZIONE
Altro quesito che dovrà essere risolto riguarda la durata della protezione vaccinale. «Una persona che ha avuto il Covid dopo 3- 4 mesi incomincia a registrare un calo della concentrazione degli anticorpi naturali - prosegue Menichetti - Dobbiamo capire se il vaccino sarà in grado di indurre una risposta anticorpale di durata maggiore rispetto a quella che induce l’infezione naturale». Mancano poi dati certi sulla capacità di questi vaccini «di contrastare la variante inglese che è caratterizzata da 14 mutazioni e 3 delezioni, ossia modificazioni genetiche del virus. Una delezione in particolare è responsabile sia della possibile negatività di alcuni test molecolari, sia del potenziale aggiramento della risposta immune».

 

Anche i passaggi necessari per preparare il vaccino creano non poche perplessità. «La procedura è estremamente complicata - rimarca Filippo Drago, componente della task force sul Covid della Società italiana di Farmacologia e a capo dell’unità operativa di Farmacologia clinica del policlinico di Catania - Oltre al fatto che deve essere assicurata la catena del freddo, vanno seguiti con attenzione diversi passaggi. Innanzitutto, quando il vaccino arriva, entro 5 minuti deve essere messo in un frigorifero a temperatura tra i 4 e gli 8 gradi e lì può rimanere solo due giorni, altrimenti poi va buttato. Le fiale che vengono dispensate sono per cinque dosi, quindi per 5 pazienti. Ogni fiala deve essere diluita e questo vuol dire che la fiala deve essere prima scongelata sempre all’interno del frigo. La diluzione, poi, va fatta con una procedura particolare, e se il vaccino viene utilizzato solo per un paziente, il resto del siero va buttato. Quindi, bisogna stare attenti, altrimenti ci sarà un dispendio enorme di materiale».

L'IMMUNITA' DI GREGGE
Non è chiara poi la percentuale di vaccinati necessaria per la cosiddetta immunità di gregge. «Per i vaccini che conosciamo bene - prosegue Drago - il livello della quotazione vaccinale è data dal grado di infettività. Per il Covid non abbiamo ancora un dato certo, lo si può avere solo quando la vaccinazione è già avvenuta». Anche per capire bene l’entità di eventuali effetti collaterali occorreranno altri studi. «L’Ema ha raccomandato un periodo di osservazione di farmacovigilanza per tutti gli Stati - sottolinea  Francesco Scaglione, ordinario di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano e responsabile della Farmacologia clinica all’ospedale Niguarda - i medici dovranno segnalare tutte le reazioni che si possono verificare sia se si tratta di effetti immediati, sia dopo mesi. Bisogna poi ricordare che il vaccino comincia a essere efficace solo dopo un mese un mese e mezzo. Quindi, occorre continuare a usare le precauzioni di sicurezza, ossia distanziamento e mascherina». 

Ultimo aggiornamento: 30 Dicembre, 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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