Tumore, la speranza dalle nuove terapie. «Così potremo abbandonare la chemioterapia tradizionale»

Dal congresso di oncologia Asco di Chicago, arrivano cure efficaci per seno, colon, esofago, polmone e cancro della pelle

Mercoledì 8 Giugno 2022 di Maria Rita Montebelli
Tumore, la speranza dalle nuove terapie. «Così potremo abbandonare la chemioterapia tradizionale»

Riapre i battenti, a Chicago, dopo due anni di lavori online l'Asco, il congresso più importante del mondo per l'oncologia. E lo fa alla grande, con tante soluzioni innovative e concrete per le persone che vivono con un tumore. Buone prospettive per diversi tipi di cancro.
Si chiama Destiny-Breast04 lo studio più importante presentato quest'anno. Così importante, per il tumore del seno, da meritare una standing ovation da parte degli oncologi di tutto il mondo durante la presentazione in sessione plenaria. La ricerca ha confrontato gli effetti del trastuzumab deruxtecan (della nuovissima classe degli anticorpo-farmaco coniugati), con quelli della chemioterapia tradizionale, su un gruppo di 557 donne con tumore del seno metastatico a bassa espressione della proteina HER2: il nuovo farmaco ha raddoppiato la sopravvivenza libera da progressione di malattia, riducendo del 36% il rischio di morte delle pazienti.

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IL CONTROLLO
È un risultato che rivoluziona la pratica clinica. «Questa nuova chemioterapia smart commenta Saverio Cinieri, presidente dell'Associazione italiana di oncologia medica ha meno effetti collaterali e migliora sia il tempo di controllo della malattia, che la sopravvivenza. Porterà via via ad abbandonare la chemioterapia tradizionale aspecifica, in diversi tipi di tumore. Non solo in quelli del seno, ma anche di vescica, cervice uterina, polmone e gastro-intestinali».
A Chicago la conferma dei successi della immunoterapia, su melanoma e su polmone (per questo in fase pre-chirurgica).

Parliamo di una nuova filosofia di trattamento che risveglia le difese immunitarie del paziente per scatenarle contro il tumore. Un esempio emblematico viene, appunto, dal melanoma, neoplasia della pelle molto aggressivo. «Prima dell'immunoterapia ricorda il professor Paolo Ascierto, Direttore Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative del Pascale di Napoli - i pazienti con melanoma metastatico non avevano davanti più di sei mesi di vita; oggi la metà di quelli trattati con una doppietta di immunoterapici (ipilimumab e nivolumab) è ancora viva dopo 7 anni e mezzo. Grazie a queste terapie, siamo riusciti insomma a cronicizzare la malattia e a portare a guarigione i pazienti diagnosticati in fase precoce».

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E l'Istituto Pascale di Napoli, grazie al professor Ascierto, continua a fare scuola nel campo dell'immunoterapia nel mondo. È qui che dal 2017 sono partiti gli studi su un nuovo immunoterapico, il relatlimab, della nuova classe degli anti-LAG3, che sta dando risultati molto interessanti in associazione con il vecchio nivolumab.
Immunoterapia vincente anche in un altro tumore difficile, quello del polmone. Associare alla chemioterapia il nivolumab, prima dell'intervento chirurgico per tumore del polmone in fase iniziale, riduce il rischio di recidive dell'80%.
L'OPERAZIONE
«I risultati di questo studio sono davvero significativi - commenta Federico Cappuzzo, Direttore dell'Oncologia Medica 2 all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma - e cambieranno le linee guida del trattamento in fase precoce. Ad oggi, l'intervento chirurgico è considerato l'unico strumento per ottenere la guarigione definitiva. Una percentuale compresa tra il 30% e il 55% dei pazienti però sviluppa recidiva dopo la chirurgia, confermando quindi la forte necessità di opzioni terapeutiche aggiuntive. Se l'intervento chirurgico è preceduto da nivolumab più chemioterapia, è possibile ottenere un'importante regressione tumorale e una potenziale guarigione».
LE COMBINAZIONI
Nuove strade anche per il tumore squamoso dell'esofago. «È una patologia - spiega Sara Lonardi, Direttore dell'Oncologia 3 all'Istituto Oncologico Veneto Irccs di Padova che per anni è stata considerata priva di terapie efficaci. La sopravvivenza mediana di questi pazienti non superava i 10 mesi. Ma associando alla chemio l'immunoterapia con nivolumab o la doppietta nivolumab-ipilimumab si arriva a raddoppiare la sopravvivenza di queste persone con tumore avanzato o metastatico».
Buone notizie infine anche per il tumore del colon metastatico. La terapia di combinazione con chemio e panitumumab (un anticorpo monoclonale) nelle forme metastatiche non operabili riduce il rischio di morte del 18%, rispetto allo standard di terapia è il primo successo ottenuto per questo tumore con una terapia biologica, da dieci anni a questa parte.
 

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Ultimo aggiornamento: 10 Settembre, 12:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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