I nasi dei bambini si difendono meno bene da Omicron: questa variante potrebbe essere più “efficiente” nell'infettare i bambini attraverso il naso rispetto alle versioni precedenti del Covid. Lo suggerisce un nuovo studio. All'inizio della pandemia, i nasi dei bambini erano stati meno “accoglienti” nei confronti del virus rispetto ai nasi degli adulti.
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«Questi dati sono coerenti con l'aumento del numero di infezioni pediatriche osservate durante l'onda Omicron», hanno scritto i ricercatori, chiedendo ulteriori studi.
L'OLFATTO - I problemi di olfatto possono prevedere «problemi di memoria per chi ha avuto il Covid», si legge in uno studio argentino. La gravità della disfunzione dell'olfatto dopo l'infezione con il coronavirus può essere un migliore predittore di deterioramento cognitivo a lungo termine rispetto alla gravità complessiva del Covid stesso. I ricercatori hanno studiato un campione casuale di 766 persone di età superiore ai 60 anni, circa il 90% delle quali era stato infettato dal virus. Test fisici, cognitivi e neuropsichiatrici eseguiti da tre a sei mesi dopo l'infezione hanno mostrato un certo grado di «compromissione della memoria» in due terzi dei partecipanti infetti. Dopo aver preso in considerazione gli altri fattori di rischio degli individui, la gravità della perdita dell'olfatto, «è significativa» hanno riferito i ricercatori alla Conferenza internazionale dell'Alzheimer's Association 2022, tenutasi online e a San Diego.
Omicron better at invading young noses than other variants; smell loss may predict memory issues https://t.co/zDYW8lerNB pic.twitter.com/k39YnEcGgn
— Reuters (@Reuters) August 2, 2022
«Più informazioni abbiamo su ciò che causa o almeno prevede chi sperimenterà il significativo impatto cognitivo a lungo termine dell'infezione da Covid, meglio possiamo tracciarlo e iniziare a sviluppare metodi per prevenirlo», ha spiegato la leader dello studio Gabriela Gonzalez, a Buenos Aires.