Leucemia, studio italiano applica nuovo trattamento terapeutico con percentuali altissime di guarigione

Venerdì 6 Novembre 2020 di Paolo Travisi
Leucemia, studio italiano applica nuovo trattamento terapeutico con percentuali altissime di guarigione

Dopo 15 anni di ricerche, un gruppo tutto italiano ha dimostrato l'efficacia di un nuovo trattamento terapeutico contro la leucemia acuta linfoblastica più comune degli adulti. Lo studio, svolto dai ricercatori dell'Università La Sapienza di Roma e citato dal Presidente, Sergio Mattarella, nel suo intervento durante la cerimonia dedicata a “I Giorni della Ricerca” di Fondazione AIRC, è giunto a risultati eccellenti nella cura di questa forma di leucemia, combinando una terapia mirata a bersaglio molecolare e immunoterapia, evitando la chemioterapia con i suoi pesanti effetti collaterali.

La terapia “chemio-free”, è stata sperimentata su un campione di 63 pazienti adulti affetti da leucemia acuta linfoblastica (LAL Ph+), di età compresa tra 18 e 82 anni, con risultati eccellenti: il 98% dei pazienti ha raggiunto la remissione ematologica completa, cioè la guarigione, non presentando più tracce di malattia, mentre nel 60% dei pazienti viene evidenziata una risposta molecolare.

Il dato ancora più confortante è che dopo 18 mesi dall'inizio del trattamento la sopravvivenza è pari al 95%, mentre quella senza la malattia raggiunge l’88%.

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Risultati molto importanti per i malati di leucemia, resi possibili senza ricorrere alla chemioterapia, come sottolinea anche Robin Foà, professore di Ematologia all'Università Sapienza di Roma, primo autore dell’articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine: «questo studio è la consacrazione di un’idea e giunge alla fine di un lungo percorso nel quale abbiamo cercato di eliminare la chemioterapia nelle fasi iniziali dal trattamento di questa forma speciale di leucemia linfoblastica acuta».

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Quanto scoperto dai ricercatori italiani, potrebbe cambiare profondamente la pratica clinica nel trattamento di quello che rappresenta il sottogruppo più frequente di LAL dell'adulto, la cui incidenza incrementa progressivamente con l'avanzare dell’età. «Con questo trattamento riusciamo a stimolare il sistema immunitario che si attiva contro il tumore e gli effetti collaterali del trattamento sono limitati. Inoltre molta parte della terapia si effettua a domicilio con riduzione dei giorni di ricovero» ha aggiunto Foà, che sottolinea anche l'impatto positivo che la nuova terapia avrebbe sulla qualità della vita, limitando sia gli effetti collaterali che la riduzione dei giorni di ospedalizzazione.

«Questo studio è un punto di arrivo che apre ad ulteriori sviluppi. Abbiamo, infatti, anche ottenuto importanti informazioni di tipo molecolare che verranno approfondite nel prossimo protocollo clinico per una ulteriore personalizzazione della terapia dei pazienti adulti con LAL Ph+ di tutte le età».

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