Roberto Burioni sul Covid smonta la tesi dell'immunità di gregge e punta tutto sul vaccino. «Uno studio recente indica che il raggiungimento dell’immunità di gregge attraverso la diffusione naturale di SARS-CoV-2, come auspicato da molti politici stranieri, non è percorribile.
C’è chi - pure professori universitari - che ancora blatera di immunità di gregge. Basta, il momento è difficile, finiamola di raccontare bugie pericolose. https://t.co/ikxBwpplCi
— Roberto Burioni (@RobertoBurioni) November 7, 2020
«Tralasciando i numeri, che chi vuole può andarsi a vedere nei riferimenti bibliografici che su Medical Facts non mancano mai, la sostanza è molto semplice - scrive Burioni -. La grandissima parte della popolazione (sopra l’80%) non è entrata in contatto con il virus, anche nelle zone dove il virus ha avuto una intensa circolazione. Questo è accaduto anche nelle nazioni – come la Svezia – dove non c’è stato un lockdown particolarmente severo». E cita l'articolo del Lancet: «Ovviamente questi studi hanno limitazioni: misurano gli anticorpi e ancora non sappiamo che relazione ci sia tra la presenza degli anticorpi e la protezione e neppure siamo certi che tutti gli individui infettati abbiano poi sviluppato la sieropositività, per cui questi dati hanno un’area di incertezza. Per non essere quindi tacciati di partigianeria, a questo punto lasciamo la parola all’editoriale di Lancet». Che testualmente dice: «Considerando queste scoperte, qualunque proposta che speri di ottenere l’immunità di gregge attraverso l’infezione naturale non solo è inaccettabile dal punto di vista etico, ma pure destinata a non ottenere il risultato sperato. Con una gran parte della popolazione ancora suscettibile all’infezione, la circolazione del virus può ritornare velocemente a quella che caratterizzava l’inizio della pandemia se si abbandonano le misure di prevenzione».
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Insomma, come per tutte le altre infezioni, «per l’immunità di gregge ci vuole il vaccino; nel frattempo – senza paura e senza panico – continuiamo a vivere la nostra vita di sempre con qualche precauzione in più. Portare la mascherina nei luoghi affollati non è un sacrificio così drammatico, e sono sicuro che il disagio è solo questione di abitudine», conclude il virologo.