Covid, aumentano i contagi tra i bambini. I pediatri «Importante non lasciarli soli e spiegare loro cosa sta accadendo»

Venerdì 23 Ottobre 2020
Covid, aumentano i contagi tra i bambini. I pediatri «Importante non lasciarli soli e spiegare loro cosa sta accadendo»

A luglio erano quasi il 2% del totale i casi di Covid tra i bambini, ma da metà settembre bisogna fare i conti con un'impennata del dieci per cento. Hanno un'età media di undici anni e il 13,3% di loro è stato, addirittura, ricoverato in ospedale.

I dati sono emersi da uno studio pubblicato sulla rivista scientifica Pediatrics e intitolato "Covid disease Severity Risk Factors for Pediatric Patients in Italy”, a cura del Reparto di Epidemiologia, Biostatistica e Modelli matematici del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Superiore di Sanità.

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ll virus dunque ha subito un'accelerazione e a differenza della prima ondata colpisce duro anche i più piccoli. In un simile contesto, secondo sociologi, psicologi, pediatri, si registra inoltre il disinteresse dell'opinione pubblica, aspetto piuttosto grave. La patologia incide anche sull'aspetto emozionale dei bimbi. Si colloca qui, l'attività della cooperativa sociale Eco di Sofia Flauto, la cui mission è guardare il mondo con gli occhi dei bambini. Dalla sua indagine emerge che non bisogna negare o minimizzare i loro sentimenti, ma al contrario rassicurarli e spiegare che, purtroppo, adesso è normale.

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«In questo periodo gli aspetti pediatrici della pandemia non hanno avuto un’attenzione prioritaria, essendo particolarmente drammatica la situazione che ha travolto i soggetti in età adulta», È la conferma di Paolo Siani, medico pediatra e parlamentare. «I casi di bambini COVID-19 sembra siano meno gravi rispetto alle altre classi di età, tuttavia l'età inferiore a un anno e la presenza di condizioni patologiche preesistenti rappresentano fattori di rischio di gravità della malattia». Per la tutela dei bambini restano tre i capisaldi per contrastare il virus: «distanziamento, lavaggio frequente delle mani, uso corretto della mascherina. In più si può utilizzare l’app Immuni, che, benché non funzioni per tutti gli smartphone e non tutte le Asl la attivino, è un’arma in più. Ancora, lavarsi spesso le mani con acqua e sapone per almeno 1 minuto, il tempo di cantare due volte “tanti auguri a te”. Ai bambini «è molto importante rispondere sempre in modo semplice, rassicurante e sincero. Evitare di dire bugie, spiegare cos’è il coronavirus e come si fa a difendersi, così sarà più semplice accettare e rispettare le regole».

Il dottor Luigi Mantenucci, pediatra dell'ospedale napoletano Santobono aggiunge: «I bambini sono spaventati, sentono tanti discorsi e hanno dei momenti di paura rapportandosi al covid. Lo stesso fatto di doverli isolare, assieme ad un adulto crea ansia, preoccupazione, gli si chiude un mondo e si apre una finestra di un percorso fatto di incertezze in cui il tampone è sicuramente qualcosa di più invasivo rispetto a quanto accade per i più grandi. Raccontiamo ai bambini il Covid come una favoletta».

Alla discussione, si aggiunge anche l'autorevole parere della dottoressa Anna Maria Silvestri (psicologa psicoterapeuta cognitivo-comportamentale), «Nei momenti di timore i bambini hanno bisogno di ricorrere alle figure di riferimento ma, quando anche queste sono esposte allo stesso evento, potrebbero perdere sicurezza in qualcuno che fornisca loro rassicurazione e sentirsi così disorientati. I bambini soffrono un po' alla volta, mostrando un’alternanza di reazioni sia emotive che comportamentali. Ad esempio, possono avere forti crisi di pianto o rabbia e, un attimo dopo, sembrare distaccati o indifferenti».

Le reazioni più comuni sono «tristezza, colpa, rabbia, paura, confusione e ansia dovuti anche al protrarsi della condizione di isolamento e allo sconvolgimento dei ritmi ordinari. Per prima cosa, è opportuno che anche gli adulti di riferimento prendano atto della propria paura. E’ fondamentale dare loro sicurezza: i bambini possono continuare a fare le cose “da bambini” come giocare, parlare di cose divertenti oppure fare i compiti e imparare cose nuove».

«L’essenziale socializzazione credo ci abbia portati ad abbassare un po' la guardia, pensando, erroneamente che ormai il peggio fosse passato - dice della presidentessa della Cooperativa Sociale Eco Sofia Flauto - I bambini hanno la straordinaria capacità di prendere tutto come un gioco e di avere quella fisiologica plasticità mentale che li fa adattare ad ogni cambiamento anche se questo periodo però va troppo oltre ad ogni capacità di adattamento».

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