Casi di infezione da Sars-Cov-2 nei visoni si sono verificati in diversi allevamenti in Europa, Italia compresa, ma il virus, che è mutato rispetto a quello che circola più diffusamente, non è né più contagioso né più aggressivo rispetto agli altri.
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Il rischio che animali sensibili, come il visone, diventino un serbatoio SARS-CoV-2 viene guardato invece con più preoccupazione dall'Oie, l'Organizzazione mondiale per la sanità, secondo la quale «potrebbe rappresentare un pericolo per la salute pubblica e portare a futuri eventi di ricaduta sull'uomo», con timori per l'effetto sul vaccino. Un vaccino in via di sviluppo in Danimarca contro il ceppo di coronavirus mutato da visoni si è però intanto rivelato «efficace» nei primi test sugli animali, ha annunciato Anders Fomsgaard, capo ricercatore all'Istituto Serum che sta lavorando al farmaco, secondo quanto riportato dal Guardian.
La settimana scorsa le autorità della Danimarca hanno lanciato un piano per l'abbattimento di tutti i visoni del Paese, tra i 15 e i 17 milioni, dopo che è stato scoperto un nuovo ceppo di Covid-19 passato dal visone all'uomo. I primi studi sulla mutazione, nota come Cluster 5, hanno mostrato che il virus ha una ridotta sensibilità verso gli anticorpi, fatto questo che potrebbe compromettere l'efficacia dei futuri vaccini. Ma gli anticorpi dei conigli sui quali è stato testato il vaccino del Serum Institute (SSI) hanno sconfitto la variante Cluster 5, ha spiegato Fomsgaard.
L'OIE invita i paesi «a proteggere la salute e il benessere degli animali, e di conseguenza la salute pubblica, attuando misure efficaci di gestione del rischio». Sebbene la pandemia COVID-19 sia attualmente sostenuta attraverso la trasmissione da uomo a uomo, «vi sono preoccupazioni che l'introduzione e la circolazione di nuovi ceppi virali nell'uomo, come quello dai visoni, possa comportare modifiche della trasmissibilità o virulenza e una diminuzione del trattamento e dell'efficacia del vaccino. Tuttavia, le conseguenze complete rimangono sconosciute e sono necessarie ulteriori indagini per comprendere appieno l'impatto di queste mutazioni». L'OIE chiede per questo «una stretta collaborazione tra le autorità sanitarie pubbliche e degli animali è fondamentale per identificare e ridurre meglio l'impatto».