Variante inglese, Iss: è la più presente in Italia con il 73% dei casi da dicembre a maggio

Martedì 25 Maggio 2021
Variante inglese, Iss: è la più presente in Italia con il 73% dei casi da dicembre a maggio

Dal dicembre 2020 in circa l'1,1% dei casi di Covid è stato fatto il sequenziamento del genoma del virus per verificare a quale variante apparteneva. Lo afferma il primo bollettino di sorveglianza pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità, che contiene i dati dal 28 dicembre 2020 al 19 maggio 2021. «Nel periodo - si legge - sono stati segnalati al Sistema di Sorveglianza Integrata Covid-19, un totale di 23.170 casi di infezione da virus Sars-CoV-2 con genotipizzazione tramite sequenziamento su un totale di 2.083.674 di casi riportati (pari quindi a 1,11%)». Il bollettino integra sia i dati delle 'flash survey' dell'Iss e del ministero della Salute attraverso i laboratori di riferimento regionali che quelli normalmente inviati dalle regioni nei loro monitoraggi. I numeri riportati confermano che è la variante inglese quella più presente in Italia (il 73% dei casi), seguita dalla brasiliana (6%), mentre di quella indiana sono riportati solo 5 casi, anche se quest'ultima è stata introdotta solo di recente nel sistema di sorveglianza.

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Il bollettino sarà pubblicato con cadenza quindicinale, mentre il prossimo venerdì - ricorda l' Iss - verrà presentata la prossima indagine rapida.

Il rapporto integra i dati sulle varianti provenienti dalla più recente indagine rapida (flash survey) di prevalenza condotta dall' Iss in collaborazione con Fondazione Bruno Kessler, ministero della Salute, le Regioni e le Province autonome. E si riferisce a un totale di 23.170 casi di infezione da SarS-CoV-2 segnalati dal 28 dicembre 2020 al 19 maggio 2021 al Sistema di sorveglianza integrata Covid-19 con genotipizzazione tramite sequenziamento su un totale di 2.083.674 di casi riportati (pari quindi a 1,11%).

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«Sebbene l'andamento dei casi di infezione confermata - si legge nel Report - riportati al Sistema di sorveglianza integrata Covid-19 per cui sia stata effettuata o meno una genotipizzazione sia fortemente influenzato dalla percentuale dei campioni genotipizzati, che aumenta in occasione delle indagini rapide di prevalenza, si osserva una sostanziale stabilità, con oscillazioni settimanali, nel numero di genotipizzazioni riportate e riconducibili a varianti virali di interesse sanitario a partire dalla prima settimana di febbraio 2021, da quando il sistema di raccolta del dato è entrato in piena attività». «È necessario continuare a monitorare con grande attenzione la circolazione delle varianti del virus Sars-CoV-2 - si legge nel report - e in particolare la presenza di mutazioni riconducibili a una maggiore trasmissibilità e/o associate ad un potenziale immune escape». 

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Ultimo aggiornamento: 15:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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