Vaiolo delle scimmie, perché non dilagherà come il Covid, i sintomi, le precauzioni

Lunedì 23 Maggio 2022 di Mario Landi
Vaiolo delle scimmie, perché non dilagherà come il Covid, i sintomi, le precauzioni

Vaiolo delle scimmie, dai 4 casi in Italia al primo caso negli Stati Uniti ai 92 casi complessivi nel mondo (28 i casi sospetti) nei paesi dell'Oms in 12 Stati (Australia, Belgio, Canada, Francia, Germania, Italia, Olanda, Portogallo, Spagna, Svezia, Regno Unito e usa).

Insomma, negli ultimi giorni pochissimi contagi con conseguenze non gravi e una notorietà quindi inversamente proporzionale alla casistica che resta allarmante soprattutto nei paesi africani dove il virus si è diffuso a partire dagli anni 70, in un periodo in cui il mondo occidentale era in gran parte protetto dalla vaccinazione obbligatoria per i vaiolo "comune" (vaccinazione efficace anche contro quello delle scimmie), pratica sospesa tuttavia nel 1981. 

Come ricorda Ed Yong, premio Pulitzer per gli articoli sul Covid, sull'Atlantic Raramente, il vaiolo delle scimmie arriva in altri continenti. E, quando lo fa, i focolai "sono così piccoli da essere misurati a una cifra", sostiene Thomas Inglesby, direttore del Johns Hopkins Center for Health Security.

Emblematico il caso del 2003 quando una partita di cavie (roditori) del Ghana ha diffuso il virus a cani della prateria dell'Illinois poi venduti come animali domestici che hanno infine infettato 47 persone, tutte guarite.

Perché allora tanta preoccupazione? La questione è legata essenzialmente al Covid: da oltre due anni il mondo è alle prese con la davastante pandemia da coronavirus e così ogni altra notizia su queste malattie viralu suscita grandi attenzioni e innesca forti preoccupazioni.  Se non ci fosse stato il Covid, non si sarebbe insomma trattato di uan Breaking news.

Detto che il periodo di incubazione tra infezione e sintomi va da 5 a 21 giorn è comunque raro registrare casi contemporanei in paesi europei.  

"Questi focolai di vaiolo delle scimmie richiamano l'attenzione perché si verificano nel terzo anno di una pandemia, quando la gente è più attenta alle notizie sulle epidemie", ha detto Boghuma Kabisen Titanji, un medico della Emory University sempre all'Atlantic. 

Monkeypox si sta trasformando, in altre parole, in un test sulla capcità di reazione del mondo post Covid?  Per essere chiari, il vaiolo delle scimmie non è il Covid: si tratta di malattie diverse causate da virus diversi con proprietà notevolmente diverse. Il Covid, particolare non secondario,  era sconosciuto, ma il vaiolo delle scimmie è noto da decenni. Ed è già pronto anche il vaccino

Chad Roy, un aerobiologo della Tulane University, sostiene che il vaiolo delle scimmie è "un virus completamente diverso da Covid e che il rischio di trasmissione naturale per aerosol è molto meno probabile". 

E Boghuma Kabisen Titanji, fisico alla Emory University, osserva che la nostra conoscenza del vaiolo delle scimmie si basa solo su circa 1.500 casi registrati, a partire dal 2018. 

Di fatto, quando in quasi tutti paesi non solo occidentali è stata rimossa la vaccinazione obbligatoria per il vaiolo, la versione delle scimmie non era universalmente conosciuta. Oggi il suo R0, il numero medio di persone che contraggono la malattia da una persona infetta, è stato inferiore a 1, il che significa che i focolai si esauriscono naturalmente. Inoltre il vaccino contro il vaiolo è efficace all'85% nel prevenire il vaiolo delle scimmie ed è già stato autorizzato.

Monkeypox può inoltre essere meno letale di quanto temuto. Il tasso di mortalità spesso di circa il 10% si applica a un ceppo che ha infettato le persone nel bacino del Congo. Il ceppo dell'Africa occidentale, a cui sono stati collegati molti dei casi attuali, ha un tasso di mortalità più vicino all'1%, e questo è nelle popolazioni rurali povere. 

Il sintomo più comune è un'evidente eruzione cutanea che sembra una versione estrema della varicella. Ma a differenza della varicella, l'eruzione cutanea da vaiolo delle scimmie è solitamente preceduta da febbre, le lesioni sono inizialmente più dolorose che pruriginose e i linfonodi sono spesso infiammati.

"La cosa costruttiva da fare è assicurarsi che il pubblico sia consapevole dei sintomi del vaiolo delle scimmie", ha detto ancora Titanji. Per questo motivo, ha aggiunto, è importante evitare di stigmatizzare le persone infette. Molti dei casi attuali riguardano uomini che si identificano come gay, bisessuali o uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, un modello insolito non visto nei precedenti focolai di vaiolo delle scimmie. 

 

Ultimo aggiornamento: 17:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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