Aprile dolce dormire recita un vecchio proverbio: in effetti, in queste prime settimane di primavera, capita a molti di svegliarsi con difficoltà, sentire gli occhi pesanti o avvertire un’insolita stanchezza, situazioni che ci portano a riconsiderare il nostro rapporto con il sonno. «Il passaggio all’ora legale delle ultime settimane è sicuramente uno dei fattori che influisce sulla qualità del nostro dormire», fa sapere il dott.
Disturbi del sonno, segnali da non sottovalutare
I disturbi del sonno sono infatti molteplici: all’insonnia, con cui si intende la difficoltà di addormentarsi o mantenere il sonno, si aggiungono apnee notturne, ipersonnie e narcolessie (caratterizzate da eccessiva sonnolenza diurna), parasonnie, (comportamenti inabituali che accadono di notte come incubi e sonnambulismo) e problemi legati al ritmo sonno-veglia. «In questo caso l’orologio biologico è sfasato rispetto alla luce solare e quindi i soggetti tendono ad addormentarsi troppo presto o troppo tardi», spiega il dott. Rossato, che evidenzia come «questi disturbi siano molto frequenti: circa il 40 % della popolazione italiana soffre d’insonnia acuta, ovvero qualche giorno di difficoltà a dormire, mentre tra il 10 e il 15 % di italiani si segnala la presenza di insonnia cronica, una patologia che si verifica più di 3 giorni a settimana per più di 3 mesi». Con conseguenze importanti sulle funzioni diurne: «Una notte insonne è assolutamente tollerabile, l’insonnia cronica invece ha effetti negativi sulle performance cognitive e lavorative, sul tono dell’umore e su altre patologie preesistenti. L’insonnia viene spesso minimizzata, anche da parte dei familiari con il paziente che va avanti per anni a dormire male, con cure fai da te, consigli di amici, talvolta farmaci ormai inefficaci. Invece è importante prendere coscienza che dormire bene è un diritto ed esistono centri specializzati per la cura del sonno», sottolinea Rossato.
Cosa fare per dormire bene
Quali sono dunque i fattori che influenzano il riposo notturno? «È sicuramente importante mantenere una routine con orari stabili di addormentamento e risveglio. L’ambiente deve essere confortevole, buio, fresco, silenzioso, mentre va prestata attenzione all’alimentazione: no ad alcolici, cibi pesanti e fumo. L’attività fisica regolare aiuta, ma va evitata nelle due ore prima di andare a letto. Non dimentichiamo poi stress, ansia da lavoro, problemi di salute, dal semplice mal di schiena a un cronico reflusso gastroesofageo». Nel mondo iperconnesso di oggi meritano poi una particolare attenzione i dispositivi elettronici: «Quotidianamente, all’imbrunire, il nostro corpo, attraverso la retina, nota un calo luminosità e innesca la produzione di melatonina, l’ormone permissivo del sonno. I device che emettono luce blu, invece, illuminano la retina e bloccano la secrezione di questo ormone, rendendo più difficile l’addormentamento», spiega il neurologo, che aggiunge: «Scrivere una mail o guardare una serie su un dispositivo dalla grande luminosità concentrata su un piccola superficie diventano azioni attivanti: ecco perché consiglio di interrompere l’utilizzo dei dispositivi elettronici 1 o 2 ore prima di dormire».
Cosa evitare per evitare l'insonnia
Meglio dire addio anche alla pratica (scorretta) dello scroll di tweet e post quando ci risveglia nel bel mezzo della notte: «Ovviamente la prima cosa da fare è cercare di riaddormentarsi. Qualora non fosse possibile, piuttosto di continuare a rotolarsi tra le coperte e innervosirsi ancora di più, è meglio alzarsi e dedicarsi a un libro, un cruciverba, ad attività che ripristinano una certa serenità, per poi tornare a letto. Nei casi cronici, invece, ci si può affidare alla terapia cognitivo comportamentale, il trattamento principale che oggi utilizziamo per curare l’insonnia evitando l’uso di farmaci: uno specialista aiuta il paziente a modificare il proprio comportamento nelle ore precedenti e durante la notte, intervenendo anche quei pensieri negativi legati al sonno», chiude il dott. Rossato.