Smartphone nemici del dormire, attenzione ai disturbi del sonno: consigli pratici

Giovedì 6 Aprile 2023 di Caterina Carpanè
Dormire fa bene alla salute: ecco perché fare attenzione ai disturbi del sonno

Aprile dolce dormire recita un vecchio proverbio: in effetti, in queste prime settimane di primavera, capita a molti di svegliarsi con difficoltà, sentire gli occhi pesanti o avvertire un’insolita stanchezza, situazioni che ci portano a riconsiderare il nostro rapporto con il sonno. «Il passaggio all’ora legale delle ultime settimane è sicuramente uno dei fattori che influisce sulla qualità del nostro dormire», fa sapere il dott.

Gianluca Rossato, responsabile del Centro di medicina del sonno dell’ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar (VR), che rileva come dormire serenamente e senza interruzioni durante la notte sia «uno dei pilastri della salute insieme ad attività fisica e alimentazione perché il sonno permette di recuperare le energie, consente la riparazione dei tessuti organici e aiuta la memoria». Senza dimenticare il ruolo fondamentale nella prevenzione di altre malattie: «Durante la pandemia è stato dimostrato che avere un buon sonno migliora il sistema immunitario. Al contrario, dormire male si associa, ad esempio, all’aumento di patologie cardiovascolari e diabete: ecco perché il sonno dovrebbe essere una priorità assoluta per il nostro benessere», afferma il neurologo. Ovviamente non solo in primavera.

Disturbi del sonno, segnali da non sottovalutare

I disturbi del sonno sono infatti molteplici: all’insonnia, con cui si intende la difficoltà di addormentarsi o mantenere il sonno, si aggiungono apnee notturne, ipersonnie e narcolessie (caratterizzate da eccessiva sonnolenza diurna), parasonnie, (comportamenti inabituali che accadono di notte come incubi e sonnambulismo) e problemi legati al ritmo sonno-veglia. «In questo caso l’orologio biologico è sfasato rispetto alla luce solare e quindi i soggetti tendono ad addormentarsi troppo presto o troppo tardi», spiega il dott. Rossato, che evidenzia come «questi disturbi siano molto frequenti: circa il 40 % della popolazione italiana soffre d’insonnia acuta, ovvero qualche giorno di difficoltà a dormire, mentre tra il 10 e il 15 % di italiani si segnala la presenza di insonnia cronica, una patologia che si verifica più di 3 giorni a settimana per più di 3 mesi». Con conseguenze importanti sulle funzioni diurne: «Una notte insonne è assolutamente tollerabile, l’insonnia cronica invece ha effetti negativi sulle performance cognitive e lavorative, sul tono dell’umore e su altre patologie preesistenti. L’insonnia viene spesso minimizzata, anche da parte dei familiari con il paziente che va avanti per anni a dormire male, con cure fai da te, consigli di amici, talvolta farmaci ormai inefficaci. Invece è importante prendere coscienza che dormire bene è un diritto ed esistono centri specializzati per la cura del sonno», sottolinea Rossato.

Cosa fare per dormire bene

Quali sono dunque i fattori che influenzano il riposo notturno? «È sicuramente importante mantenere una routine con orari stabili di addormentamento e risveglio. L’ambiente deve essere confortevole, buio, fresco, silenzioso, mentre va prestata attenzione all’alimentazione: no ad alcolici, cibi pesanti e fumo. L’attività fisica regolare aiuta, ma va evitata nelle due ore prima di andare a letto. Non dimentichiamo poi stress, ansia da lavoro, problemi di salute, dal semplice mal di schiena a un cronico reflusso gastroesofageo». Nel mondo iperconnesso di oggi meritano poi una particolare attenzione i dispositivi elettronici: «Quotidianamente, all’imbrunire, il nostro corpo, attraverso la retina, nota un calo luminosità e innesca la produzione di melatonina, l’ormone permissivo del sonno. I device che emettono luce blu, invece, illuminano la retina e bloccano la secrezione di questo ormone, rendendo più difficile l’addormentamento», spiega il neurologo, che aggiunge: «Scrivere una mail o guardare una serie su un dispositivo dalla grande luminosità concentrata su un piccola superficie diventano azioni attivanti: ecco perché consiglio di interrompere l’utilizzo dei dispositivi elettronici 1 o 2 ore prima di dormire».

Cosa evitare per evitare l'insonnia

Meglio dire addio anche alla pratica (scorretta) dello scroll di tweet e post quando ci risveglia nel bel mezzo della notte: «Ovviamente la prima cosa da fare è cercare di riaddormentarsi. Qualora non fosse possibile, piuttosto di continuare a rotolarsi tra le coperte e innervosirsi ancora di più, è meglio alzarsi e dedicarsi a un libro, un cruciverba, ad attività che ripristinano una certa serenità, per poi tornare a letto. Nei casi cronici, invece, ci si può affidare alla terapia cognitivo comportamentale, il trattamento principale che oggi utilizziamo per curare l’insonnia evitando l’uso di farmaci: uno specialista aiuta il paziente a modificare il proprio comportamento nelle ore precedenti e durante la notte, intervenendo anche quei pensieri negativi legati al sonno», chiude il dott. Rossato.

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Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 08:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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