Covid, «Varianti in rapida espansione» e scattano le micro-zone rosse, le Regioni a rischio

Venerdì 5 Febbraio 2021 di Mauro Evangelisti
Covid, «Varianti in rapida espansione» e scattano le micro-zone rosse, le Regioni a rischio

Non ci sono solo la provincia di Perugia e uno spicchio di Abruzzo, tra Chieti e Pescara: le zone rosse locali, decise per contrastare l’avanzata delle varianti del coronavirus, toccano anche la Toscana, nella parte adiacente all’Umbria.

Annuncia il presidente Eugenio Giani: «Varianti al virus più aggressive e rapida trasmissione sono state registrate al confine con la regione Umbria, nel comune di Chiusi. Con il sindaco ho concordato, in modo preventivo e precauzionale, le misure della zona rossa per una settimana».


DIFESA

 


L’avanzata delle varianti - inglese ma anche brasiliana - preoccupa e, anche su richiesta del Comitato tecnico scientifico nazionale e regionale e sulla base del report della Cabina di regia (Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità), macchie di rosso compaiono ora in Abruzzo, Regione che per ora resta gialla. Il governatore Marco Marsilio ha firmato una ordinanza che dispone la zona cone le limitazioni più severe per i comuni di Atessa e San Giovanni Teatino (Chieti) e Tocco da Casauria (Pescara), pone sotto osservazione i comuni di Chieti e Francavilla al Mare, chiude tutte le scuole superiori. La Regione Umbria, da lunedì, mette in zona rossa una trentina di comuni della provincia di Perugia. Cosa sta succedendo? Prima di rispondere, va ricordato che altri segnali preoccupanti arrivano dalla Campania, come spiega lo stesso governatore Vincenzo De Luca: «La ripresa dei contagi è forte a causa della movida e delle scuole». Un numero: 2.280 positivi in dieci giorni nel mondo della scuola in Campania. «Non reggiamo. Nelle prossime ore, dopo che l’Unità di crisi avrà valutato anche altri dati, saranno prese delle decisioni. Ma il governo intervenga».


Al di là della peculiarità del caso Campania, le due aree di Perugia e Chieti testimoniano l’“allarme variante”. In Abruzzo più di cento casi dell’inglese, in Umbria si aggiunge quella brasiliana. Il report della Cabina di regia (Ministero della Salute e Istituto superiore di sanità) di ieri va oltre i semplici dati dell’Rt nazionale (0,84) e di una lieve diminuzione dell’incidenza di nuovi casi. Dice: attenzione, l’epidemia sta ripartendo e il vero pericolo è rappresentato dalle varianti. Si legge nel report: «In questa fase delicata dell’epidemia gli iniziali segnali di contro-tendenza potrebbero preludere ad un nuovo rapido aumento diffuso nel numero di casi nelle prossime settimane, qualora non venissero rigorosamente realizzate misure di mitigazione sia a livello nazionale sia regionale anche in considerazione della circolazione delle varianti in alcune aree di regioni italiane».

Non ci sono cambi di colori per le regioni (solo la Sardegna passa da arancione a gialla), anche il Lazio è stabile con l’Rt a 0,8. Tre regioni hanno quell’indice sopra il livello critico di 1: Umbria (1,18), Provincia autonoma di Bolzano (1,06) e Friuli-Venezia Giulia (1,03), mentre il rischio “alto” è indicato sempre per Umbria e Bolzano (che ha una incidenza alle stelle e ha già autonomamente deciso il lockdown), ma anche per la Puglia. Le varianti sono la vera insidia e il dirigente Prevenzione del Ministero della Salute, il professor Gianni Rezza racconta: «La mutazione inglese non solo si trasmette più velocemente, ma contagia con più facilità i bambini». Avverte Rezza: «La situazione sembra stabile in questo momento, con 14mila nuovi positivi nelle ultime 24 ore e con un numero di decessi che resta elevato (377) e questo rappresenta un vero problema».


CIRCOLAZIONE


Ancora: «In alcune regioni si registra la circolazione di varianti virali per cui è necessario prendere provvedimenti particolarmente restrittivi soprattutto nei comuni colpiti. È meglio avere una regione gialla o arancione con zone rosse all’interno per contenere dei focolai dovuti magari a varianti piuttosto che avere un’intera regione rossa. Questo anche per preservare l’economia della regione».
In Umbria, poi, la situazione è ancora da decifrare. Sempre Rezza: «Sembra ci sia la circolazione di 2 varianti, quella inglese e quella brasiliana. In 2 campioni inviati dall’Umbria è stata riscontrata la variante brasiliana e a Perugia sono stati identificati dei cluster ospedalieri».
 

Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 09:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci