Covid, bimbi senza sport. Il preparatore: «Spegnete chat, social e serie tv. Il vostro corpo ha voglia di muoversi»

Giovedì 3 Giugno 2021 di Gianluca Cordella
Covid, bimbi senza sport. Il preparatore: «Spegnete chat, social e serie tv. Il vostro corpo ha voglia di muoversi»

«Benedetta ha fatto il record del mondo quattro mesi dopo aver avuto il Covid». Il messaggio che arriva da Vito D'Onghia non potrebbe essere più chiaro di così.

Centri estivi, linee guida riapertura: mascherine, niente buffet e registri presenze. I pediatri: «Sono sicuri»

Covid, senza sport un bimbo su 2 più obesità e depressione

La ripartenza, a qualsiasi livello, è tutta una questione di testa. Che si tratti di un ragazzino appena avviato allo sport o di un'atleta top come Benny Pilato, che l'allenatore pugliese segue da sempre, dalle prime bracciate al record mondiale nei 50 rana sgretolato qualche giorno fa a Budapest.
Va controcorrente, dunque: nessuna difficoltà nel ricominciare a sudare dopo mesi?
«È inevitabile che ci sia un po' di ruggine da tirar via, ma non credo tanto ai danni psicologici permanenti. Chi ama lo sport, tornerà a farlo».
Eppure tra lockdown e chiusura degli impianti è innegabile che molti giovani si siano lasciati andare a uno stile di vita più sedentario.
«Certo, ma il nostro cervello - ragazzi compresi - è molto adattabile. Siamo riusciti ad assorbire una situazione estrema come il lockdown. Per questo sono convinto che sarà facile tornare a una situazione che per molti era normalità».
Regola numero uno, allora, per riavvolgere il nastro di questa normalità?
«Uscire da chat e social e riappropriarsi della vita reale. Questo secondo me è stato il vero scoglio per i ragazzi: l'assenza di socialità in un momento in cui vorresti vivere tutto a mille. Hanno passato un anno e mezzo su Netflix facendo proprie le emozioni degli attori delle serie tv. Adesso è arrivato il momento di tornare al passato».
Regola numero due?
«Scatenare la propria voglia di movimento. E questa non la scopro certo io. Quando c'è stato il primo lockdown abbiamo preso atto tutti che gli italiani erano un popolo di runner. Sicuramente per molti era un pretesto per poter uscire, ma per tanti altri si è trattato di una reale esigenze di movimento. Ed è quella che ho visto nei miei ragazzi. Io alleno atleti molto giovani di interesse nazionale, quelli per cui lo stop vero è stato soltanto di un mese. Quando sono tornati in acqua hanno messo negli allenamenti un impegno pazzesco».
La regola numero tre potrebbe essere fare attenzione a non esagerare?
«Consiglierei più che altro di recuperare il tempo perduto. Anche con le gare. Nei miei ragazzi non ho mai visto difficoltà nel rimettersi in moto, ma forse un po' di sofferenza per l'assenza delle competizioni, sì. Non è un caso che lo scorso anno al Sette Colli siano arrivati tempi pazzeschi. Così come agli Europei appena conclusi. La competizione fa bene a ogni livello e aiuta a tirare fuori il talento».
A proposito di talento: se Benedetta Pilato avesse vissuto una situazione di privazione così lunga a 11 o 12 anni avremmo perso per strada una campionessa?
«Non credo. Con la testa che ha avrebbe fatto di tutto per rimettersi in marcia e cancellare il periodo di inattività. Come ha fatto dopo 24 giorni di Covid. Il talento, alla lunga, trova sempre il modo per emergere».
 

Ultimo aggiornamento: 19 Febbraio, 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci