Trapianti, un anno record: aumentate le offerte di organi, tessuti e cellule staminali. Primi impianti da padri e figli

Giovedì 9 Febbraio 2023 di Maria Rita Montebelli
Trapianti, un anno record: aumentate le offerte di organi, tessuti e cellule staminali. Primi impianti da padri e figli

Mai come lo scorso anno l’Italia ha fatto registrare un aumento di trapianti e donazioni di organi, tessuti e cellule staminali emopoietiche, consentendo performance record al nostro sistema trapiantologico.

Ecco l’ultimo report del Centro Nazionale Trapianti: le donazioni di organi solidi nel 2022 sono state 1.830 (+3,7% rispetto al 2021), 369 delle quali da donatore vivente, i trapianti sono stati 3.887 (+2,5%, quasi 100 in più rispetto al 2021).

Sono numeri che mettono l’Italia ai vertici europei, insieme alla Francia e dopo la Spagna. Le regioni più generose nelle donazioni sono state Toscana ed Emilia Romagna (rispettivamente 49,3 e 46 donatori per milione di persone, contro una media nazionale di 24,7). Timidi segnali di crescita vengono anche da Lazio, Campania e Calabria.

La Lombardia è la regione che effettua più trapianti, seguita da Veneto, Piemonte, Emilia Romagna e Lazio. Aumentano anche gli interventi da donatore vivente, campo di quasi esclusivo appannaggio del rene. È stato effettuato, pochi giorni fa, presso l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, il primo trapianto di polmone da donatore vivente (anche se la legge italiana lo permette da un decennio). Un papà che ha donato un lobo di polmone al figlio di 5 anni, affetto da talassemia. Proprio a causa di questa malattia il padre aveva già donato al piccolo il midollo. «Si tratta di un intervento di estrema complessità, eseguito in un ospedale che ha grande esperienza nel trapianto pediatrico e di polmone - commenta il direttore del Centro nazionale trapianti, Massimo Cardillo - Occorre ancora molta cautela ma tutto sta andando come era nelle aspettative. Trovo altamente simbolico che a realizzarlo sia stato il Centro trapianti della città simbolo della lotta al Covid, un vero “trapianto di respiro” dopo un lungo periodo di emergenza».

Un’altra “prima volta” di donazione da vivente è avvenuta presso l’Ortopedia di Pinerolo nel Torinese dove un papà ha donato un tendine del ginocchio al figlio di 14 anni per ricostruire il legamento crociato. «Abbiamo eseguito l’intervento in contemporanea su due sale - spiega il dottor Mario Formagnana che ha compiuto l’intervento con il dottor Simone Perelli dell’Icatme, l’Istituto catalano di traumatologia dello sport di Barcellona - In una abbiamo prelevato i tendini al padre e nell’altra li abbiamo usati per ricostruire il crociato al figlio». Fino ad ora in Italia per la ricostruzione sono stati utilizzati tendini autologhi, cioè propri, oppure tendini provenienti da donatori deceduti e distribuiti dalle banche dei tessuti. Questi ultimi nei pazienti adulti consentono un ottimo risultato, mentre in quelli pediatrici hanno dimostrato un tasso di fallimento alto. «Nei pazienti pediatrici però - aggiunge il medico - spesso i tendini sono troppo piccoli. Per il nostro ancora in fase di crescita, l’intervento andava eseguito con tecnica pediatrica, ma il ragazzo mostrava caratteristiche antropometriche tali da prevedere che un autotrapianto di tendini sarebbe stato, per dimensioni, insufficiente. Per questo abbiamo deciso di utilizzare i tendini del padre».

Nonostante l’aumento registrato nel 2022, sull’attitudine a donare le dichiarazioni di volontà degli italiani ci sono da registrare ancora troppi “no”. Alla fine dell’anno, su quasi 15 milioni di dichiarazioni di volontà alla donazione, registrate nel sistema informativo trapianti, il 28% era di rifiuto. Una percentuale simile proviene dalle dichiarazioni registrate nel 2021 nei Comuni italiani attraverso la carta d’identità elettronica: sono state 2,7 milioni, con un 31,8% di “no”. I giovani, in particolare tra i 18 ed i 29 anni, risultano i più favorevoli: l’86,4% dei “sì” alla donazione dichiarati al momento del rinnovo del documento riguarda questa fascia di età. Per i trapianti, la parte del leone spetta sempre a quelli di rene (2.038, ma da ricordare in lista d’attesa in Italia ci sono 6.500 persone), seguiti dal fegato (1.474 nel 2022, mai così tanti). Il polmone fa segnare un boom di quasi + 18% (138 trapianti), mentre in netto calo sono i trapianti di pancreas (solo 38 lo scorso anno), spiegabili con il fatto che la terapia del diabete e la cura delle sue complicanze ha trovato negli anni trattamenti efficaci e alternative al trapianto. Nel 2022 è stato effettuato anche il secondo trapianto di utero in Italia (e lo scorso anno è nata la prima bambina, grazie al primo trapianto di utero del 2021) e un complesso trapianto multiviscerale intestino-fegato-pancreas.

Ultimo aggiornamento: 07:48 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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