Pelle, esporsi al sole di primavera: dalle creme ai cibi antiossidanti, ecco come comportarsi

Giovedì 10 Marzo 2022 di Barbara Di Chiara
Pelle, esporsi al sole di primavera: dalle creme ai cibi antiossidanti, ecco come comportarsi

Esattamente come un fiore, la nostra pelle sboccia in primavera.

Ma affinché il fiore sia fresco, luminoso a lungo, è necessaria un’adeguata preparazione che, in questo periodo di ultimi freddi, deve intensificarsi. Arrivare alla bella stagione con una cute bella e sana è semplice, se si rispetta una serie di regole dettate dagli esperti: le parole d’ordine sono detersione, idratazione, alimentazione e screening medico. «In previsione della stagione primaverile - spiega Norma Cameli, responsabile Dermatologia Correttiva e Rigenerativa dell’Istituto Dermatologico San Gallicano - IRCCS di Roma - è consigliabile innanzitutto ricorrere all’utilizzo di prodotti che preparino la pelle a rispondere in maniera ottimale all’imminente azione del sole. I momenti fondamentali della routine dermocosmetologica rimangono la corretta e puntuale detersione, mattina e sera, e un’idonea idratazione in base all’età, al fototipo e allo stile di vita. Ma d’ora in avanti è bene riservare alla sola notte l’impiego di creme contenenti principi attivi come acido glicolico o retinolo anti-invecchiamento. Questo per evitare che possano interagire con i primi raggi solari». Di giorno, largo alla leggerezza: sieri, emulsioni, creme con acido ialuronico, ceramidi e antiossidanti «che facciano da scudo allo smog e agli altri fattori esterni (sole, sbalzi di temperatura, pollini), che nella bella stagione si amplificano e sono più incisivi sulla nostra pelle».

Quanto al filtro solare, «se facciamo una vita normale, senza molto esporci ai raggi - assicura Cameli - è sufficiente un SPF 20, per poi passare al 50 fra qualche settimana. Se si hanno problematiche particolari come vitiligine, acne, rosacea o psoriasi, scegliere filtri solari appositamente studiati per questo tipo di patologie, ormai presenti numerosi sul mercato».

Il secondo pilastro riguarda l’alimentazione: «È davvero utile per la nostra pelle - prosegue la dermatologa - assumere cibi ricchi di sostanze con azione antiossidante, come vitamina C, vitamina E (ne sono ricchi gli agrumi, gli oli di girasole e di oliva) e licopene (presente nel pomodoro), o anche ricchi di carotenoidi (abbondanti nei frutti rossi e arancioni), di coenzima Q10 (in sardine, salmone, broccoli e spinaci) e luteina (cavoli, spinaci, tuorlo d’uovo). Un buon apporto di tutti questi micronutrienti aumenta infatti le capacità della cute di difendersi dai raggi UV, contribuisce al mantenimento della sua salute e del suo aspetto sano». Buona idea soprattutto in questi mesi quella di «ricorrere a un periodo di utilizzo di integratori che contengano questi stessi principi, per aiutare l’organismo ad assumerne le giuste quantità». Arriviamo al capitolo screening: «Il controllo dei nevi - consiglia Cameli - va effettuato proprio in questa stagione, prima dell’esposizione solare, quando la pelle non è ancora abbronzata. La pigmentazione della cute, infatti, ne modifica l’aspetto e può rendere più difficile la valutazione di eventuali atipie. È importante quindi eseguire prima di tutto un auto-esame per rilevare l’eventuale comparsa di nuove lesioni e/o di cambiamenti dei nevi preesistenti, da indicare poi al dermatologo durante la mappatura annuale».

Ottimo questo momento dell’anno anche per eseguire un trattamento laser contro le macchie, uno scrub profondo della pelle del viso o anche un peeling: «Ancora non c’è una vera e propria esposizione al sole, nemmeno quella tipica del weekend “mordi e fuggi” - sottolinea Cameli - per questo, adesso, il peeling rappresenta un ottimo metodo per preparare la pelle al sole, eliminare lo spessore accumulato e la secchezza dell’inverno. Consiste nell’applicazione di varie sostanze, singole o in un mix, che inducono una distruzione controllata degli strati cutanei, riducendo l’infiammazione e dando impulso alla formazione di nuovo collagene: è in pratica uno strumento di medicina rigenerativa molto maneggevole ed efficace. Dobbiamo rivolgerci a un dermatologo se vogliamo un risultato controllato e profondo: solo un medico può infatti effettuare peeling con sostanze come acido glicolico, acido piruvico, acido salicilico, acido tricloroacetico, acido mandelico e antiossidanti. Anche nel caso del laser anti-macchie, è uno specialista che dovrebbe valutare che tipo di macchia si ha davanti (melasma, lentigo, vitiligine, macchia post-infiammatoria o macchia sospetta) e quale macchinario rappresenta la scelta migliore per trattarla».

La dermatologa sconsiglia infine di ricorrere a rimedi fai-da-te, come le maschere per il viso create con ingredienti che si hanno in casa, sulla base di ricette trovate su internet: «Mai applicarle su stati infiammatori della cute, perché essendo prodotti che non hanno passato controlli di sicurezza, non possiamo sapere se siano contaminati o possano contenere residui di agro-farmaci. Inoltre, questi rimedi spesso non hanno alcuna efficacia perché caratterizzati da una scarsa penetrabilità, non contenendo “veicoli” tipo liposomi o nanosomi che possano favorire l’introduzione di principi attivi attraverso la barriera epidermica».

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Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 11:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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