Qualcuno le considera quasi un rito di passaggio, perché le otiti, problema molto frequente nei bambini, dall’adolescenza in poi diventano meno comuni, anche se non rare.
La maggior parte delle otiti “medie”(l’orecchio è diviso in tre compartimenti: esterno, medio, interno) è sostenuta da infezioni virali o batteriche.
Nel caso delle otiti medie (l’area subito dietro il timpano), il sintomo dominante è il dolore e un senso di pienezza nell’orecchio; il timpano può protrudere in fuori, spinto dall’accumulo di fluido intrappolato nell’orecchio medio, che può anche drenare spontaneamente all’esterno. Non è rara la febbre e un disturbo all’udito, che persiste fino a risoluzione dell’infezione. È bene rivolgersi al medico se i sintomi non si risolvono entro tre giorni. Anche l’orecchio esterno, in particolare il canale uditivo, che va dal timpano al padiglione, può infiammarsi e infettarsi. L’otite esterna è detta anche “orecchio del nuotatore” perché può originare dal ristagno di acqua nell’orecchio dopo una nuotata. L’umidità favorisce la crescita dei batteri. A quel punto basta “graffiare” il condotto uditivo con un dito o un cotton fioc per provocare l’infezione, quasi sempre batterica. Si manifesta con prurito e arrossamento; tirando il padiglione o spingendo sul trago si evoca il dolore; possono essere presenti secrezioni chiare. Dopo la piscina, va asciugato bene il canale uditivo, con un asciugamano morbido o con il phon tenuto a distanza.
© RIPRODUZIONE RISERVATA