La temibile prova costume: non piacersi provoca uno sdoppiamento mente-corpo

Giovedì 12 Maggio 2022 di Carla Massi
La temibile prova costume: non piacersi provoca uno sdoppiamento mente-corpo

Si fa presto a dire “prova costume”.

Argomento bollato come frivolo e modaiolo da aprile a giugno. Quando, appunto, si è chiamati a svelarci al sole. Un momento topico dell’anno. Un momento a doppia faccia: da una parte chi (lui e lei) si mette a dieta stretta, “lima” curve e cuscinetti come può e chi fa i conti con un profondo stato di frustrazione.

Di questo, forma di curioso riserbo, non si parla mai. Non si racconta di quanto, il confronto con lo specchio (spesso troppo spietato) diventa fonte di malessere. Sicuramente una profonda ritrosia verso il mostrarsi in pubblico.

GLI EFFETTI

Un vero e proprio disturbo che, negli ultimi anni è stato battezzato come “bikini blues”, la malinconia da bikini. Questa sindrome, in particolare nelle donne, può portarle a disprezzare e mal giudicare il proprio corpo. Un calcio ben assestato all’autostima. La zona che regala maggiori preoccupazioni è il girovita. Il “bikini blues” creerebbe un fenomeno di scissione mente-corpo che porterebbe chi lo soffre ad analizzarsi come fosse un oggetto. Uno studio australiano condotto da Marika Tiggemann, docente di Psicologia alla Flinders University di Adelaide ha evidenziato gli effetti negativi che lo scoprirsi genera sull’autostima delle persone, e delle donne in particolare. Esperta dei disturbi che scaturiscono dalla propria immagine ha lavorato sia sugli adolescenti sia sugli adulti. Parla di «mancanza di oggettivazione del corpo nell’umore depresso. Purtroppo lo sguardo su noi stesse e le nostre forme non è mai troppo benevolo. Occorre invece focalizzarsi sulle attività piacevoli che possiamo fare con la bella stagione e non sull’aspetto del corpo, cercando di non prendersi troppo sul serio». Una volta che il cervello si scinde, secondo i ricercatori australiani, diviene molto più facile renderlo bersaglio di critiche, magari accentuate da una bassa considerazione di sé. Questo processo chiamato auto-oggettivazione può portare a una paura che arriva da una visione distorta del proprio corpo.

LA RICERCA

Il lavoro ha analizzato il fenomeno su un campione di 102 giovani donne. «Esiste un meccanismo – spiega Marika Tiggemann – che spinge a vivere con ansia, frustrazione, anche depressione il momento di scoprirsi. In pratica, il cervello arriva a sdoppiarsi, separando la mente razionale dal corpo, dal quale si prendono letteralmente le distanze per valutarlo come un oggetto distinto, bersaglio di critiche ingenerose e spesso molto negative». Per gli adolescenti, estate e prova costume possono essere momenti estremamente difficili da gestire. La paura di non piacere e di essere inadatti spinge i più giovani a cercare stratagemmi per non mostrarsi. Da qui, il tentativo di coprire il proprio corpo (da non prendere in giro, suggeriscono gli psicologi) con asciugamani, parei, pantaloncini. Ma anche di posizionarsi in luoghi strategici per raggiungere velocemente il mare o la piscina evitando di camminare davanti a molta gente. Parliamo di più di 3 adolescenti su 10 (sono dati dell’Osservatorio nazionale Adolescenza) che pensano di dover dimagrire a tutti i costi, mentre il 64% dichiara di sentirsi più sicuro quando raggiunge il suo peso ideale e il 32% ha ridotto drasticamente il cibo pur di dimagrire. Il corpo, durante l’adolescenza, si trasforma in un oggetto da controllare, spiegano gli analisti dell’Osservatorio, e anche da modificare pur di eliminare ogni imperfezione. Diversa la condizione dei grandi, donne e uomini, che con menzogne e strategie difensive si lasciano sopraffare dal “bikini blues”. In barba ai nuovi movimenti come il “body positive” (parola d’ordine: “Sentirsi bene a proposito del proprio corpo e di come appare”), creato per mettere in evidenza corpi non convenzionali, solitamente mal rappresentati dalla stragrande maggioranza degli influencer.

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Ultimo aggiornamento: 08:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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