Corsa o camminata veloce: è tempo di riprendere il ritmo. Da Venezia a Lecce gli itinerari giusti tra asfalto e sterrato

Giovedì 14 Ottobre 2021 di Stefano Ardito
Corsa o camminata veloce: è tempo di riprendere il ritmo. Da Venezia a Lecce gli itinerari giusti tra asfalto e sterrato

La corsa non è solamente uno sport.

Chi la pratica, soprattutto al primo mattino o alla sera, scopre la propria città da una prospettiva speciale.

Dal lungomare di Napoli, se si corre in direzione del centro, si vedono i primi raggi del sole illuminare Castel dell’Ovo, con Capri e il cono del Vesuvio sullo sfondo. A Roma, dai viali e dai pini di Villa Doria Pamphilj, si vedono in lontananza il Terminillo e le altre cime dell’Appennino, dove alla fine dell’autunno compare la neve. Dal Parco San Giuliano di Mestre da un lato ci si affaccia su Venezia. Dall’altra parte, nelle giornate serene, compaiono le vette delle Dolomiti Bellunesi. Secondo gli ultimi dati, la corsa è una buona abitudine per cinque o sei milioni di italiani. Qualcuno si limita a fare un po’ di jogging un paio di volte a settimana, altri si preparano con un programma rigoroso per mezze maratone o maratone. La maggioranza preferisce rimanere nel mezzo, e corre tre o quattro volte a settimana, nelle ore lasciate libere dal lavoro e dagli altri impegni quotidiani. Per molti runner cittadini l’estate segna una inevitabile pausa, perché il caldo rende faticoso allenarsi. Tra giugno e settembre qualcuno si dedica agli sport del mare e dell’acqua, altri all’escursionismo in montagna. In autunno il ritorno nei parchi urbani, sui viali o sugli argini dei fiumi permette di ritrovare i luoghi del cuore e i compagni di allenamento. Il cambio di stagione, però, rischia di causare dei traumi. «In estate tutti i runner hanno un netto calo della performance. Alla ripresa la parola d’ordine è gradualità. Si devono riscaldare i muscoli con lo stretching, e si deve correre lentamente prima di aumentare l’intensità. Altrimenti si rischiano lesioni muscolari e tendiniti» spiega Luca La Verde, di Roma, specialista in ortopedia e traumatologia dello sport. In molte città italiane, chi corre può scegliere tra diversi tipi di fondo. Nella Capitale i runner che preferiscono gli sterrati hanno a disposizione Villa Doria Pamphilj, il Parco degli Acquedotti, la Caffarella e Villa Ada, mentre i patiti dell’asfalto possono cimentarsi sulle ciclabili del Tevere o di Monte Ciocci. A Napoli l’alternativa è tra il Lungomare Caracciolo, con il suo panoramico marciapiedi affiancato da un traffico spesso intenso, e i viottoli ghiaiosi del Bosco di Capodimonte, nella parte alta della città. Asfalto, sterrati e prati si alternano nel Parco di Belloluogo, molto amato dai runner di Lecce, che ha al centro una severa torre angioina. Si può scegliere su che fondo correre anche sull’argine della Brentella, un corso d’acqua che costeggia uno dei polmoni verdi di Padova. La zona ospita il complesso polifunzionale dedicato a Filippo Raciti, con campi da calcio e da beach volley, e pareti artificiali per l’arrampicata. «In autunno, per correre su qualunque tipo di fondo, è necessario un periodo di ricondizionamento motorio di due, tre o quattro settimane – sottolinea Alberto Mancinelli, preparatore atletico – I muscoli e il cuore devono riabituarsi allo sforzo. Prima di iniziare a correre consiglio degli esercizi di potenziamento come la corsa calciata (in cui si solleva il piede fin quasi a toccare i glutei) e dei “circuiti”, delle sequenze di flessioni e di addominali». Molti runner, anche per non sprecare del tempo prezioso, percorrono sempre gli stessi itinerari, dove possono cronometrarsi e verificare la loro forma. Altri, una o due volte a settimana, preferiscono spingersi più lontano, per scoprire atmosfere e paesaggi diversi. Tra le mete vicine a Roma sono il circuito del Lago Albano e la via Appia Antica, con il suo lastricato antico, da affrontare con estrema attenzione per evitare le storte alla caviglia. A poca distanza da Lecce, e a poca distanza dal mare, si corre al margine della Riserva naturale delle Cesine, che offre anche un percorso per il birdwatching. Nel centro di Ancona, molti appassionati della corsa praticano il loro sport preferito sulle banchine del porto, percorse dalla striscia rossa di una pista ciclabile, in vista dell’Arco di Traiano e dei traghetti per la Croazia e la Grecia. Chi preferisce correre su fondo sterrato può farlo nel Parco del Cardeto, con la sua vista mozzafiato sull’Adriatico, o lungo i viottoli del Parco regionale del Conero. «Molti runner utilizzano uno smartwatch o un altro apparecchio per monitorare il battito cardiaco, e fanno bene. Quasi sempre, però, trascurano le analisi che consentono di ridurre i sovraccarichi alle articolazioni e ai muscoli» prosegue il dottor Luca La Verde. Gli uomini e le donne che corrono, spiega lo specialista, poggiano il piede sulla parte anteriore o posteriore, e da questo punto di vista si dividono in “pronatori” e “supinatori”. Per scoprire a che categoria si appartiene occorrono una visita ortopedica o un test baropodometrico, poi si può correre con delle scarpe personalizzate o dei plantari. «Risparmiare qualche euro in questo campo espone a tendiniti e fasciti dolorose» conclude l’ortopedico La Verde.

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Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 21:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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