Alzheimer, tra diagnosi e presa in carico è necessario un patto nazionale

La presidente dell'Associazione italiana: si utilizzino i fondi non impiegati per l'edilizia sanitaria

Giovedì 13 Aprile 2023 di Patrizia Spadin*
Alzheimer, tra diagnosi e presa in carico è necessario un patto nazionale

I numeri sono davvero impressionanti: in Italia si stimano oggi circa 1.200.000 casi di demenza, dei quali circa 700.000 di malattia di Alzheimer.

Le proiezioni, da qui ai prossimi decenni, vedranno un incremento della prevalenza soprattutto per via del processo di invecchiamento della popolazione.

L’Alzheimer è la terza causa di morte tra gli over 65 in Europa occidentale e una delle principali cause di disabilità nella popolazione over 60 a livello mondiale. In Italia le persone coinvolte nell’assistenza dei malati di Alzheimer, che per la maggioranza abitano in famiglia, sono tre milioni. Il peso della malattia sulle donne è ingente: i caregiver, che in ogni nucleo familiare si fanno carico dell’assistenza al malato, sono per lo più donne e sostengono il peso maggiore del lavoro di cura, con conseguenze sociali importanti.

Patrizia Spadin

Le donne sono anche in media più colpite dalla patologia. Il costo annuo della malattia di Alzheimer in Italia è stimato in oltre 15 miliardi di euro. Circa l’80% sono costi diretti e indiretti che pesano su famiglia e caregiver, come abbiamo ricordato durante l’incontro “Ieri, oggi e domani. Il punto sull’Alzheimer e le altre demenze” che si è svolto a Roma a Palazzo Giustiniani. Le demenze devono entrare nell’agenda politica: è necessario rattoppare i buchi del sistema che ha ignorato la patologia per troppo tempo. Sono necessari investimenti e, ad esempio, connettere le nuove strutture disciplinate dal Pnrr con le esigenze specifiche di presa in carico e gestione di Alzheimer e demenze. L’Associazione Italiana Malattia di Alzheimer e la Società italiana di neurologia hanno stilato il documento “I 7 Buoni motivi e le 7 Buone proposte per non dimenticare l’Alzheimer” che esprime i principali bisogni sanitari non ancora intercettati. Su tutti, un piano di investimenti strutturali per colmare le lacune organizzative e infrastrutturali dei Centri per i disturbi cognitivi e le demenze, un Pnrr a prova di malattia in grado di declinare la nuova sanità territoriale “prossima” ai bisogni specifici delle persone con demenza, un sostegno concreto al caregiver familiare e formazione al caregiver professionale.

L'INIZIATIVA

E' il momento di dare vita a un “Patto per l’Alzheimer” che coinvolga concretamente e in maniera trasversale le forze politiche e i diversi livelli di governo. Sappiamo che una parte rilevante delle risorse stanziate dal Fondo per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico non sono state impegnate dalle Regioni. Ebbene, destiniamone una quota al miglioramento della diagnosi e della presa in carico dell’Alzheimer, snellendo le procedure e mobilitando in questo modo risorse sufficienti per risposte adeguate ai bisogni. Da ricordare che l’eterogeneità delle scelte regionali e l’assenza di un monitoraggio stabile e costante degli esiti sulla salute dei nostri malati, rende l’offerta e i modelli di cura non solo diversi ma anche vettori di opportunità differenziate a fronte del medesimo bisogno. Ci si è dimenticati per troppo tempo dell’Alzheimer, che è rimasto confinato ai margini dell’azione politica e dell’attenzione delle istituzioni nazionali e regionali. Non servono “piani spot” o iniziative una tantum, che nascondono spesso progetti di scarso valore, ma capacità di programmazione, di verifica degli investimenti e dei risultati, sotto la regia della politica. Il “Barometro Alzheimer” del 2021 dà alcune indicazioni di possibili priorità e aree di azione. Per raggiungere questo obiettivo non bastano le poche centinaia di migliaia di euro messe a disposizione dal Fondo per l’Alzheimer e le demenze del 2021, ma occorre dispiegare il potenziale disponibile nel bilancio dello Stato, a partire dalle risorse inutilizzate del Fondo per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico. Sono lieta che queste proposte siano già in parte state condivise con i rappresentanti delle istituzioni e abbiano trovato spazio nelle mozioni approvate alla Camera sul potenziamento del servizio sanitario. Questo è un primo passo che, sono certa, ci porterà alla prossima Giornata Mondiale Alzheimer di settembre più avanti nel nostro cammino.

*Presidente Associazione Italiana Malattia di Alzheimer

Ultimo aggiornamento: 07:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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