Prostata ingrossata, l'obesità può aumentare fino al 40% il rischio di sviluppare l'ipertrofia prostatica benigna, una malattia che colpisce più di 6 milioni di italiani over 50. Ma ancora sottostimata, nonostante sia caratterizzata da sintomi evidenti: necessità di alzarsi più volte durante la notte per urinare, urgenza di vuotare la vescica in modo frequente anche durante il giorno con una sensazione di mancato svuotamento.
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Troppi pazienti si rivolgono all'urologo solo quando i segnali sono presenti già da tempo e ben il 75% abbandona le terapie dopo alcuni mesi. Per arrestare l'incremento progressivo della patologia, è necessario agire in due direzioni: da un lato, sensibilizzare gli uomini sull'importanza di seguire una dieta sana e praticare attività fisica costante. Soprattutto al Sud, dove sovrappeso e obesità rappresentano una vera e propria epidemia: interessano il 50,9% della popolazione in Campania, il 48,4% in Calabria e il 46,6% in Sicilia. Dall'altro lato, è essenziale agire quanto prima con farmaci efficaci, come l'estratto esanico di Serenoa repens, per combattere l'infiammazione che è all'origine della malattia.
«La sindrome metabolica, condizione che implica una quantità eccessiva di grasso corporeo a livello addominale (oltre ad aumento della glicemia, ipertensione, alterati valori di colesterolo HDL e trigliceridi nel sangue), è strettamente correlata all'infiammazione che provoca l'ingrossamento della ghiandola prostatica e i conseguenti sintomi urinari - spiega Corrado Franzese, Presidente Siut -.
Ne è colpito il 50% degli uomini di età compresa fra 51 e 60 anni, il 70% dei 61-70enni, per arrivare al picco del 90% negli ottantenni. «Nella maggior parte dei casi, sono proprio le compagne a spingere gli uomini a recarsi dallo specialista, perché più inclini a sottoporsi agli esami di prevenzione» afferma Vincenzo Mirone, Direttore della Scuola di Specializzazione in Urologia dell'Università degli Studi di Napoli 'Federico II' -. Nella percezione comune, l'ipertrofia prostatica benigna è vista come un semplice disturbo, con una conseguente diffusa sottovalutazione. Un errore grave e pericoloso, anche perché alcuni sintomi dell'ipertrofia prostatica benigna sono comuni al cancro della prostata. Solo il medico è in grado di arrivare a una diagnosi certa. Se trascurata, l'ipertrofia prostatica benigna può progredire fino a causare ritenzione urinaria con l'impossibilità di vuotare la vescica. La vittima di una prostata che cresce è proprio la vescica. Il rischio è di 'sfiancare' completamente quest'organo e di far soffrire i reni. Ciononostante, solo il 22,4% dei pazienti segue correttamente le terapie»