Covid, Italia Pfizer-dipendente. Gimbe: «Ricoveri quasi dimezzati, basta regioni a colori»

Giovedì 13 Maggio 2021
Covid, Italia Pfizer-dipendente. Gimbe: «Ricoveri quasi dimezzati, basta regioni a colori»

In Italia i dati sul Covid sono in miglioramento. A dimostrarlo i dati della Fondazione Gimbe, secondo cui nel giro di un mese si sono quasi dimezzati i ricoveri, che si sono ridotti del 49,1% e del 45,1% quelle nelle terapie intensive. In particolare, nella settimana dal 5 all'11 maggio i ricoverati con sintomi sono diminuiti di 3.239, pari al 17,8%, e i ricoveri nelle terapie intensive sono diminuiti di 371, pari al 5,1%.

Nella stessa settimana i nuovi casi si sono ridotti del 19%, a 63.409 contro i 78.309 di quella precedente e i decessi sono diminuiti del 15,4%, a 1.544 da 1.826.

Vaccini, mescolare AstraZeneca e Pfizer? Più effetti collaterali ma l'immunità potrebbe essere maggiore

Dimezzati i contagi - I nuovi casi scendono a 63.409 da 78.309, i decessi a 1.544 da 1.826. In calo anche gli attualmente positivi (363.859 da 413.889), le persone in isolamento domiciliare (346.866 rispetto a 393.290), i ricoveri con sintomi (14.937 contro 18.176) e le terapie intensive (2.056 da 2.423). «L'ulteriore calo dei nuovi casi settimanali - commenta Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - riflette gli ultimi effetti di 6 settimane di un'Italia tutta rosso-arancione». I trend sono, infatti, in riduzione in tutte le Regioni.

Vaccini, mescolare AstraZeneca e Pfizer? Più effetti collaterali ma l'immunità potrebbe essere maggiore

Rt - L'Rt medio invece continua a salire leggermente: l'indice calcolato dall'Istituto superiore di sanità (e di cui le regioni hanno chiesto l'abolizione perché non più coerente) sui casi sintomatici a 14 giorni, che rispetto al valore di 0.85 della scorsa settimana ha raggiunto lo 0.89. Anche se «si allenta ulteriormente anche la pressione sugli ospedali», come sottolinea Renata Gili, responsabile Ricerca sui servizi sanitari della Fondazione Gimbe. E questo «sia per la minore circolazione del virus che per i primi effetti della elevata copertura vaccinale negli over 80».

Pfizer, quando si aprono nuovi posti nel Lazio? Per la seconda dose a 35 giorni ecco gli sms con la nuova data

Vaccini - Ritardi nelle consegne e sfiducia in alcuni vaccini. La campagna vaccinale in Italia va a rilento. «Al di là di ritardi e irregolarità delle consegne di AstraZeneca – spiega Cartabellotta – finora Johnson & Johnson ha consegnato solo “briciole” e oltre 7 milioni di dosi CureVac restano vincolate ai tempi di approvazione dell’EMA. In altri termini, tenuto conto anche del numero esiguo di dosi di Moderna, la campagna vaccinale in Italia è sempre più Pfizer-dipendente».

Estensione seconda dose - Cartabellotta spiega poi i motivi dietro l'estensione della seconda dose di vaccino. «A fronte di percentuali così elevate di over 60 non ancora coperte dalla 1a dose – continua il Presidente – da un lato si offre alle Regioni di aprire sino ai 40 anni per non rallentare le somministrazioni, dall’altro non si rendono noti i numeri di mancate adesioni e rifiuti selettivi di AstraZeneca, che hanno “costretto” ad estendere l’intervallo della seconda dose dei vaccini Pfizer e Moderna sino a 42 giorni con il solo obiettivo di supplire alla carenza di dosi di vaccini a mRNA». Considerato che la campagna vaccinale sta entrando in una fase condizionata dall’adesione della popolazione, occorre integrare la prenotazione volontaria con un sistema a chiamata attiva, coinvolgendo in maniera sistematica e capillare i medici di famiglia e mettendo in campo un’adeguata campagna di comunicazione istituzionale e strategie di persuasione individuale.

Colori Regioni - Cambiare il sistema a colori delle Regioni, l'indicazione viene anche dal Gimbe. «La verosimile ripresa della circolazione del virus in un’Italia quasi tutta gialla – conclude Cartabellotta – richiede infine una revisione dell’algoritmo delle Regioni “a colori”, come già proposto dalle Regioni. Con il progredire delle vaccinazioni di anziani e fragili, entriamo infatti in una fase dell’epidemia dove a fronte di un’elevata circolazione del virus ci si attende un impatto sempre minore sugli ospedali. Tuttavia, una revisione integrale del sistema rischia di avvitarsi in sterili tecnicismi e di divenire terreno di scontro Governo-Regioni, che, ritardando la modifica normativa, potrebbero nel frattempo mandare in arancione alcune Regioni». Per tali ragioni, la Fondazione GIMBE suggerisce piuttosto di mantenere lo stesso impianto, ormai ben rodato, procedendo immediatamente ad un suo rapido restyling: ripristinare le soglie dell’indice Rt fissate dal DPCM 3 novembre 2020, ridurre complessivamente il “peso” dello stesso indice per assegnare il colore alle Regioni e, soprattutto, integrare indicatori relativi alle coperture vaccinali.

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci