Diabete, la malattia che non si sa di avere: in Italia quasi 4 milioni di sofferenti

Mercoledì 6 Novembre 2019 di Valentina Arcovio
Diabete, la malattia che non si sa di avere: in Italia quasi 4 milioni di sofferenti

Se si guarda alla diffusione del diabete, oltre 425 milioni di malati nel mondo, e alle numerose complicanze a esso associato si fa davvero fatica a credere che questa malattia è ancora poco conosciuta e, anche per questo, molto pericolosa. Nel nostro Paese si stima (per difetto) che ci siano ben 3 milioni e 700 mila diabetici e che uno su tre non lo sappia. Questo significa che le diagnosi arrivano tardi e che la patologia ha tutto il tempo per creare danni, a volte anche irreparabili. È per alzare l'attenzione che ogni anno si celebra la Giornata mondiale del diabete: sarà giovedì 14 novembre (diabeteitalia.it).
È organizzata da Diabete Italia che raccoglie la voce di associazioni di volontariato e società scientifiche. Per l'occasione, sono state messe in campo un migliaio di iniziative in tutta Italia. Fino al 17 novembre, in oltre 500 città, verranno organizzate migliaia di attività per informare sulla malattia e la sua gestione.

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IL GLUCOSIO
Il diabete è una malattia cronica caratterizzata dalla presenza di elevati livelli di glucosio nel sangue e dovuta a un'alterata quantità o funzione dell'insulina. L'insulina è l'ormone, prodotto dal pancreas, che consente al glucosio l'ingresso nelle cellule e il suo conseguente utilizzo come fonte energetica. Quando questo meccanismo è alterato, il glucosio si accumula nel circolo sanguigno. Nel diabete di tipo 1 il pancreas non produce insulina a causa della distruzione delle cellule beta che producono questo ormone: è quindi necessario che essa venga iniettata ogni giorno e per tutta la vita. Riguarda circa il 10% delle persone con diabete e in genere insorge nell'infanzia o nell'adolescenza. «I numeri - fa sapere Concetta Suraci, presidente di Diabete Italia - non sono incoraggianti. Nel mondo una persona su undici convive con il diabete. Parliamo di una malattia che può essere anche molto invalidante e tutti i familiari devono essere coinvolti nella prevenzione nella gestione».
LE CELLULE
Il diabete di tipo 2 rappresenta circa il 90% dei casi di questa malattia. In questo caso il pancreas è in grado di produrre insulina, ma le cellule dell'organismo non riescono poi a utilizzarla. In genere, la malattia si manifesta dopo i 30-40 anni e numerosi fattori di rischio sono stati riconosciuti: la familiarità, lo scarso esercizio fisico, il sovrappeso. Innumerevoli gli effetti e le malattie correlate al diabete, spesso gravi: malattie cardiache, cecità, amputazioni, insufficienza renale, morte precoce. La sintomatologia di insorgenza della malattia dipende dal tipo di diabete. Nel caso del diabete tipo 1 sono più evidenti: da febbre a sete frequente fino a un aumento della quantità di urine, sensazione di stanchezza, perdita di peso, pelle secca e così via. Nel diabete tipo 2 la sintomatologia è più sfumata.
È lungo l'elenco delle malattie strettamente legate al diabete, molte sono anche gravi. Parliamo di patologie cardiache, cecità, amputazioni, insufficienza renale, problemi sessuali. «La disfunzione erettile spiega Alessandro Palmieri, presidente della Società italiana andrologia è un campanello d'allarme generale per la salute dell'individuo ma soprattutto uno dei sintomi più tipici del diabete e una delle complicanze più comuni. Il problema, se affrontato in tempo, può essere risolto in tutto o in parte. Ma, molto spesso, si lasciano passare anche due anni dalla prima comparsa dei sintomi prima di chiedere aiuto. Una condizione che causa progressivi problemi a livello fisico e psicologico». Secondo gli esperti occorrerebbe intervenire nelle prime fasi del disturbo agendo direttamente anche sulle alterazioni sanguigne. Tra le terapie più innovative i cicli di onde d'urto. A rischio, anche i denti.

I DENTI
Chi soffre di diabete ha, infatti, un rischio tre volte superiore rispetto alla popolazione di ammalarsi di parodontopatia (perdita di osso intorno alla radice dei denti). «Esiste una relazione diretta tra la gravità e l'estensione della parodontopatia e il peggioramento del controllo glicemico», fa sapere Mario Aimetti, presidente della Società italiana di parodontologia e implantologia.

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