Cartabellotta (Gimbe): «Con la variante inglese ci aspettiamo un importante aumento dei casi»

Lunedì 22 Febbraio 2021
Cartabellotta (Gimbe): «Con la variante inglese ci aspettiamo un importante aumento dei casi»

«La situazione dell'epidemia è una calma piatta apparente, da 4 settimane abbiamo più o meno 85mila nuovi casi settimanali. Quando ci addentriamo all'interno delle singole regioni e province vediamo però che ci sono differenze importanti. Nonostante il sistema delle regioni a colori abbia funzionato nel medio periodo, abbiamo ancora 380mila pazienti positivi, oltre 17mila e 900 pazienti in ospedale, con tutti i dati che sono in incremento. Se la campagna vaccinale non è riuscita a decollare e abbiamo la problematica delle varianti, qualche restrizione maggiore sarebbe auspicabile». Così il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, intervenuto ai microfoni della trasmissione L'Italia s'è desta, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.

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«O si introducono elementi di aggiustamento del sistema a fasce oppure rischiamo di trovarci in ritardo con l'accelerazione del virus, con la variante inglese nelle prossime settimane ci aspettiamo un incremento importante dei casi», afferma Cartabellotta. E sul fronte vaccini il presidente della Fondazione Gimbe sottolinea da un lato che «soffriamo della continua revisione al ribasso delle dosi previste e del ritardo di alcune aziende nella consegna» (il programma prevede - ricorda - 12,8 milioni di dosi per il primo trimestre, di questi solo quelli Pfizer sono in linea con le previsioni) e anche altri Paesi si trovano in questa situazione con il ritardo nelle forniture.

Poi, conclude Cartabellotta «abbiamo il problema delle somministrazioni. Sono andate benissimo fin quando abbiamo vaccinato personale medico in ospedali e Rsa, adesso che si stanno vaccinando gli ultraottantenni c'è una situazione di rodaggio che stenta a decollare e c'è una notevole differenza regionale. Vaccinarne l'80% entro il 31 marzo ad oggi è una mission impossible». 

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