West Nile, torna l'incubo della febbre del Nilo: test sul sangue di tutti i donatori

Sabato 1 Agosto 2020
West Nile, torna l'incubo della febbre del Nilo: test sul sangue di tutti i donatori

Sono iniziati lunedì scorso i test Nat-Pcr per il West Nile virus sui donatori di sangue, secondo l’accordo tra Ulss 5 polesana e le associazioni Avis provinciale di Rovigo e Fidas polesana. I test quest’anno sono partiti in contemporanea in tutte le province venete nel momento in cui le trappole poste in ogni provincia hanno isolato la presenza della zanzara portatrice del virus. 

Malattie trasmesse da zanzare, aumentano i casi in Italia

Zanzare, virus mortale in Florida. «Peggio della febbre del Nilo, danneggia il cervello»



LA CAMPAGNA
I test servono a individuare l’eventuale presenza del virus nel sangue dei donatori, che saranno “testati” fino all’autunno secondo la normale prevenzione dell’infezione da West Nile virus. Questa prassi si affianca alle misure di profilassi che l’Ulss 5 polesana mette in campo nella lotta ai vettori del virus e alla sua diffusione. Il virus del Nilo Occidentale (conosciuto con la denominazione inglese di West Nile virus) è un arbovirus che solo accidentalmente può infettare l’uomo. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica. Nel restante 20%, i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale.

Solo nello 0,1 per cento di tutti i casi (comprensivi dei sintomatici e degli asintomatici) l’infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite. Ci sono evidenze scientifiche nazionali e internazionali sull’efficacia dei piani di sorveglianza delle catture di zanzare vettrici e degli uccelli selvatici circa le informazioni precoci sulla circolazione del West Nile virus, che proprio per le sue caratteristiche - come detto, può albergare in una persona sana senza sintomi che quindi, donando il sangue, potrebbe trasmettere la malattia a pazienti più fragili - rende necessario lo screening nel periodo in cui il virus circola. Quest’anno la Regione, in accordo con il Centro nazionale sangue, affinché tutti i Dipartimenti trasfusionali del Veneto iniziassero contemporaneamente i test, ha puntato a evitare difformità nella selezione dei donatori e a garantire un livello omogeneo di sicurezza.

Le conseguenze sulla gestione delle donazioni, oltre ad assicurare la massima sicurezza per gli ammalati, eliminano le situazioni di sospensione temporanea dei donatori. Considerando anche il difficile periodo di emergenza sanitaria, l’azienda Ulss 5 ringrazia ancora i donatori per continuare ad assicurare in questa particolare fase e durante l’estate il loro apporto fondamentale nella terapia sia medica sia chirurgica, a favore dei pazienti polesani e del fabbisogno di sangue regionale ed extra regionale.
 

Ultimo aggiornamento: 09:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci