Covid, la virologa cinese disse: virus creato in laboratorio. Gli scienziati: «Ha fatto copia e incolla da un blog»

Venerdì 23 Ottobre 2020 di Michele Galvani
Covid, la virologa cinese disse: virus creato in laboratorio. La Cnn: «Ha fatto copia e incolla da un blog»

Un copia e incolla. Una bufala, altro che scoop. La Cnn, dopo una ricerca lunga e approfondita, ha scoperto che lo studio, pubblicato lo scorso ottobre da Li-Meng Yan – in cui la virologa cinese affermava di poter dimostrare con prove scientifiche inequivocabili che il virus fosse frutto di una manipolazione – riporta teorie, interi periodi, grafici e alcune righe copiate parola per parola da un post. Il post in questione è di un blogger anonimo presente su G News, un sito web collegato a Steve Bannon, personaggio di spicco dell'ultradestra americana, ex consigliere di Donald Trump.

Un fatto inquietante, che apre nuovi scenari. 

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A conferma dei legami tra la virologa cinese, Bannon (libero su cauzione dopo essere stato arrestato per frode) e Guo Wengui, un miliardario cinese in esilio molto vicino a Trump. I due hanno ripetutamente avanzato la teoria secondo cui il Covid-19 proveniva da un programma cinese di armi biologiche - un'affermazione stroncata come infondata - e, quando il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, è rimasto contagiato, sono arrivati al punto di suggerire che la Cina lo avesse infettato deliberatamente. Un’accusa del tutto priva di fondamento.

I riferimenti bibliografici citati nello studio rimandano ad articoli di non esperti in materia: un saggio di un consulente di investitori cinesi del Massachusetts, Billy Zhang, pubblicato sulla sua pagina LinkedIn dopo che era stato rifiutato da una rivista scientifica; un articolo di un redattore di un sito web di alimenti non geneticamente modificati; un altro articolo che rimanda all’amministratore delegato di una società di Las Vegas chiamata Meandering Path di cui non c’è traccia però sui registri del Nevada, degli Stati circostanti e di altri database aziendali. La Cnn - riporta anche il blog Valigia Blu -  ha sentito esperti di più istituzioni accademiche e gruppi di ricerca e tutti hanno denunciato imperfezioni metodologiche e debolezze nello studio di Li-Meng Yan.

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Angela Rasmussen, virologa della Columbia University, ha definito l’articolo «molto ingannevole per chi non ha un background scientifico perché è scritto in un linguaggio molto tecnico che lo fa sembrare un documento scientifico. Ma chiunque ha una formazione in virologia o biologia molecolare, leggendolo, si renderà conto che riporta delle sciocchezze». Anche Anna Mapp, professoressa all’Università del Michigan, e Daniel Lucey, epidemiologo alla Georgetown University, hanno definito non valido scientificamente lo studio di Li-Meng Yan. «Se uno dei miei studenti avesse presentato un lavoro del genere non lo avrei accettato», dice alla Cnn Anna Mapp. Daniel Lucey racconta di aver incontrato Li-Meng Yan una settimana prima della pubblicazione del saggio e di averle espresso il suo dissenso rispetto alle conclusioni cui era giunta la virologa cinese. Quando le ha chiesto per quale motivo la Cina avrebbe dovuto rilasciare un virus progettato dal governo, Li-Meng Yan non è stata in grado di dare una risposta plausibile. Per quanto l’ipotesi di un rilascio accidentale del virus da un laboratorio o la sua ingegnerizzazione non possano essere totalmente escluse, si tratta di scenari estremamente improbabili, spiega Angela Rasmussen. Una «affermazione così straordinaria non dovrebbe essere fatta senza prove straordinarie», osserva la virologa della Columbia University.

Ma il saggio di Li-Meng Yan queste prove straordinarie non le ha. «La storia e la formazione della dottoressa Li-Meng Yan è eccellente. Vorrei davvero sapere - si è chiesta Rasmussen - perché ha deciso di scrivere quel saggio, perché ha di fatto rovinato la sua credibilità e reputazione come virologa. Un errore che stronca definitivamente la sua carriera». «Odio pensare che ci possano essere scienziati competenti che mettono il loro lavoro al servizio della propaganda politica, in questo caso mi sembra che si tratti proprio di questo. E certamente l'affiliazione con Steve Bannon, Miles Guo e la Society for the Rule of Law non fa nulla per dissipare questo sospetto».

 

Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 13:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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